13 Luglio 2022
Massimo Giletti, conduttore di "Non è l'arena", in occasione della presentazione dei palinsesti di LA7 2022-2023, ha spiegato a Il Giornale d'Italia:
"Se vogliamo avere un informazione sotto il ministero della cultura e della verità. Vedo che in Italia si fa fatica a ragionare in modo diverso, però la democrazia è qualcosa di diverso dalla democratura, non ascoltare gli altri è un elemento che fa andare in grande criticità chi dice “viva la democrazia”. Chi la pensa diversamente non va fatto ascoltare? In guerra tutti fanno propaganda, russi e ucraini. Io sono dell’idea e l’ho sempre fatto, uno dei doveri da giornalisti è di non creare una verità assoluta e di andare alla ricerca. Io sono un eretico perché, so benissimo di venire crocefisso, vado a cercare degli elementi che ci possono aiutare a capire, non cerco la verità.
Sono stato dove ci sono state le guerre, ora tutti guardano al fatto che io sia stato in Russia. Che cosa deve fare un giornalista? Se vuole raccontare una guerra deve andare dove c’è la guerra. Essere presenti ha sempre un valore importante, poi ognuno è libero di criticare. Ma credo che ormai ci sia una tendenza a non ascoltare gli altri che non mi piace, non c’è onestà intellettuale.
Sono andato vicino a Mykolaïv, dove oggi si sta combattendo, allora era arrivato un missile dalla Crimea, ci sono immagini che non si riescono a raccontare come l’odore acre della morte. Nulla è cambiato, siamo sempre di fronte alla guerra di trincea e all’uomo belva. Chi fa questo mestiere è abituato a non dimenticarsi quelle immagini forti".
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