27 Novembre 2025
"Ora serve riesaminare ogni singolo straniero entrato nel nostro Paese dall'Afghanistan sotto la Presidenza di Biden": così il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump intervenendo sul terribile attentato compiuto dal 29enne afghano Rahmanullah Lakanwal contro due agenti della Guardia Nazionale a pochi isolati di distanza dalla Casa Bianca.
Dopo essere intervenuto con un post social nel quale ha espresso la sua vicinanza alle guardie rimaste quasi mortalmente ferite e aver minacciato "l'animale" afghano di "pagare un prezzo altissimo", Trump è tornato a puntare il dito contro la precedente amministrazione Biden che, nel 2021, agevolò l'ingresso di immigrati afghani nell'ambito dell'Operation Allies Welcome. Un programma indirizzato all'accoglienza di cittadini in fuga dopo la presa di potere da parte dei talebani. "Ora dobbiamo riesaminare ogni singolo straniero entrato nel nostro Paese dall'Afghanistan sotto la presidenza di Biden" ha comunicato il tycoon trasformando inevitabilmente l'episodio in una pesante caso politico. "Adotteremo tutte le misure necessarie per garantire l'espulsione di qualsiasi straniero proveniente da qualsiasi Paese che non appartenga a questo Paese o che non apporti benefici".
Alle parole sono seguiti subito i fatti: le autorità federali hanno infatti sospeso con effetto immediato l'elaborazione delle richieste di immigrazione da parte dei cittadini afghani nel Paese. Una sospensione definita "a tempo indeterminato, in attesa di un'ulteriore revisione dei protocolli di sicurezza e di controllo". La situazione ora appare sempre più delicata: non solo perché si fa più duro il pugno di ferro dell'amministrazione Trump contro gli immigrati - tanto più irregolari, com'è risultato essere Rahmanullah Lakanwal il cui permesso di soggiorno era scaduto lo scorso settembre. Ma perché con l'Operazione Biden sono stati - secondo fonti - oltre 85mila gli afghani insediati negli Usa, di cui più di 8mila beneficiari di una particolare esenzione di espulsione vincolata allo "status di protezione temporanea". Un tipo di status, e di programma correlato, che Trump a inizio anno aveva già provveduto a smantellare.
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