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Gaza, 1960 ostaggi palestinesi liberati da Israele ma i media non ne parlano: la narrazione dei prigionieri "di serie A e di serie B" - VIDEO

Ancora una volta assistiamo ad un doppio standard: le "vittime" israeliane che si sono riscattate dai "cattivi" palestinesi. La manipolazione mediatica è tale che il dolore dei familiari palestinesi è "venduto" come meno profondo di quello israeliano

15 Ottobre 2025

Più di 1000 ostaggi palestinesi sono stati liberati dalle forze israeliane nell'ambito della prima fase dell'accordo di "pace" stipulato fra Tel Aviv e Hamas. 1960 prigionieri resi alle loro famiglie dopo due anni di guerra e di violenze fisiche e mentali.

Gaza, 1960 ostaggi palestinesi liberati da Israele ma i media non ne parlano: la narrazione dei prigionieri "di serie A e di serie B" - VIDEO

Tuttavia c'è un doppio standard nella narrazione di chi è considerato "vittima" e di chi è esaltato come "vincitore". In questa narrazione, le testate giornalistiche, tra domenica 12 e lunedì 13, hanno fatto confluire quasi tutta l'attenzione mediatica sullo strazio e i festeggiamenti dei parenti dei prigionieri israeliani, come se sul lato palestinese non ci sia stato lo stesso grado di dolore e sofferenza nei familiari della Striscia, o della Cisgiordania occupata. I media, in definitiva, non si sono spesi eccessivamente sullo strazio palestinese, sul ritorno doloroso a casa degli ostaggi liberati dall'Idf, sulle difficoltà di ricominciare da zero e su quello che è stato perduto nel corso della guerra. Ostaggi che, al loro ritorno, non hanno trovato nessuno ad attenderli perché Israele ne ha sterminato le famiglie, moglie e bambini. Ostaggi segnati dalle cicatrici della fame, delle torture, della privazione, ma apertamente ignorate dalla narrazione mainstream che ha fatto di Israele le principali vittime che sono riuscite a ritrovare un riscatto. Questa manipolazione è pienamente accertata dalle misure che Israele ha imposto in Cisgiordania affinché le "celebrazioni" dei familiari al ritorno degli ostaggi avvenissero in modo "sobrio". A quanto emerge dalle testimonianze di alcuni abitanti, l'Idf e l'amministrazione civile ha infatti vietato alle famiglie palestinesi di gioire, di manifestare in strada la felicità della liberazione, di rilasciare dichiarazioni e di parlare con giornalisti. Le direttive sarebbero "cadute dall'alto", attraverso volantini distribuiti nei quartieri, o addirittura attraverso telefonate di avvertimento. Al netto di quanto si è visto ad Israele, le immagini che ci arrivano da Ramallah o da Gaza non vanno oltre a quelle di una folla esultante accalcata a ridosso dei pullman da cui sono scesi gli ostaggi.

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