01 Ottobre 2025
"Se toccano il Venezuela, toccano noi, e una volta ancora sarà necessario unirsi in un solo esercito liberatore del Sud America per fronteggiare qualunque aggressione imperialista". Così il Presidente del Venezuela Nicolas Maduro è tornato a parlare della "minaccia imperialista statunitense" a poche ore dalla notizia che è sempre più concreta la decisione di disporre lo "stato di emergenza" in tutto il Paese.
L'occasione del nuovo intervento è giunta in seno alla celebrazione dell'apertura dell'anno accademico 2025-2026 presso l'Universidad Militar Bolivariana del Venezuela (UMBV). Occasione nella quale ieri, 30 settembre, Maduro, accompagnato dall'alto comando militare, ha ricevuto dal maggiore generale Omar Enrique Pérez La Rosa, rettore dell'Istituto, la laurea honoris causa in difesa della nazione. "Un immenso onore ricevere una laurea con lode dall'esercito" ha dichiarato ai cadetti e alle cadette delle 12 accademie militari del Presidente. Un discorso nel quale il leader venezuelano ha incitato all'autocontrollo e alla disciplina, linee guida fondamentali nelle Forze Armate Nazionali. Un discorso che, per certi versi, ricorda quello fatto dal capo del Pentagono Hegseth e da Trump ai generali Usa riuniti ieri a Quantico. E in effetti un punto di collegamento tra Venezuela e Usa è tornato a crearsi quando Maduro, tornando sugli attriti geopolitici e la sovranità nazionale, ha nuovamente urlato contro la presunta "minaccia" statunitense. "L'escalation militare di sette settimane" e la "guerra psicologica" messa in atto, secondo Maduro, da Trump, non hanno fatto altro che alimentare quella che chiama "una forte unità nazionale". Maduro ha dichiarato di aver ricevuto messaggi di supporto da parte di Stati vicini, "messaggi di ammirazione di militari in uniforme e armati della nostra America, del nostro Sud America, che ci dicono: 'Se toccano il Venezuela, toccano noi e una volta ancora sarà necessario unirsi in un solo esercito liberatore del Sud America per fronteggiare qualunque aggressione imperialista'. A buon intenditor poche parole".
Frasi che gettano benzina sul fuoco già ormai alto nei rapporti diplomatici, ma Maduro, che continua a respingere le accuse di narcotraffico definendole "narrativa falsa", gira la frittata: "Oggi la scelta non è tra patria o morte, ma tra indipendenza e colonialismo. Tra schiavitù e libertà. E vi posso assicurare, sulla mia vita e quella di un'intera Nazione, che noi non saremo mai un cortile, una colonia, né schiavi di alcun impero suprematista". Anche per lui il mantra è sempre lo stesso: "Lottare per la pace".
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