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Emmy Awards 2025, Javier Bardem con kefiah al collo durante premiazione: “A Gaza un genocidio, non lavorerò con chi supporta la strage” – VIDEO

Alla domanda su cosa farebbe se ricevesse un’offerta da una compagnia finanziata o legata a Israele, Bardem non ha lasciato spazio a dubbi: "Non lavorerei, non posso lavorare con qualcuno che giustifica o sostiene il genocidio". Secondo lui, nessuno dovrebbe "essere in grado di poter fare una cosa del genere, in questa industria così come nelle altre"

15 Settembre 2025

Alla cerimonia degli Emmy Awards 2025 a Los Angeles, tra red carpet e riflettori, a catturare l’attenzione è stato Javier Bardem. L’attore spagnolo, candidato per il ruolo di José Menendez nella serie Netflix Monsters: La storia di Lyle ed Erik Menendez, si è presentato con una kefiah al collo e un messaggio chiaro: solidarietà al popolo palestinese e denuncia del genocidio a Gaza.

"Ormai è chiaro che si tratta di un genocidio – dice –. Sento che tanti sono con noi, ma lo dicono sussurrando. Noi abbiamo formato un gruppo da migliaia di persone, i Film workers for Palestine, non per condannare le persone per la loro identità, come dice Paramount, ma contro le case cinematografiche che vogliono riciclare l'immagine di Israele e negare il genocidio".

Intervistato da Marc Malkin di Variety, Bardem ha ribadito la sua posizione anche sul piano professionale. Alla domanda su cosa farebbe se ricevesse un’offerta da una compagnia finanziata o legata a Israele, l’attore non ha lasciato spazio a dubbi: "Non lavorerei, non posso lavorare con qualcuno che giustifica o sostiene il genocidio". Secondo lui, nessuno dovrebbe "essere in grado di poter fare una cosa del genere, in questa industria così come nelle altre".

Il dibattito arriva in un contesto già acceso. Nella settimana precedente agli Emmy, infatti, 3.900 addetti dell’industria cinematografica avevano firmato un appello per non collaborare con società israeliane considerate "implicate nel genocidio e nell'apartheid contro il popolo palestinese". Una scelta duramente criticata da Paramount, che in una nota aveva sottolineato: "Silenziare artisti individuali sulla base della loro nazionalità non favorisce una migliore comprensione né promuove la causa della pace".

Parole a cui Bardem ha risposto proprio sul palco della kermesse: "Voglio chiarire che Film Workers for Palestine non prende di mira individui sulla base della loro identità. L'obiettivo sono quelle società cinematografiche e istituzioni complici. Noi stiamo con chi aiuta e sostiene il popolo oppresso".

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