05 Settembre 2025
È stato battezzato “grappler” ed è il nuovo sistema, adottato dalla polizia americana, per frenare la corsa di auto sospette. Il design da “bull bar” del gancio permette agli agenti SWAT di poter utilizzare il dispositivo anche su unità non contrassegnate per evitare il riconoscimento. L’innovativo dispositivo di immobilizzazione dei veicoli, una cinghia in nylon, viene letteralmente sparato dalla polizia su una ruota posteriore del mezzo in fuga, catturando i criminali che non si sono fermati.
La necessità di nuove tecnologie è legata all’aumento esponenziale delle fughe da parte dei sospettati: negli ultimi anni negli Stati Uniti si è registrato un incremento di quasi l’80%, con conseguenze spesso tragiche per la sicurezza pubblica. Soltanto un mese fa, a Warren, nel Michigan, una donna di 71 anni era rimasta vittima di un incidente durante un inseguimento. A Detroit, invece, un pedinamento si era concluso con uno schianto contro uno scuolabus con tre bambini a bordo.
Il “grappler” funziona in modo relativamente semplice. “Si tratta di un sistema di reti montato davanti a un paio dei nostri veicoli della polizia che spara una cinghia di nylon sulla ruota lato passeggero o lato guida, a seconda della posizione”, ha spiegato un agente.
A Livonia, nel Michigan, la polizia ha mostrato come il gancio sia riuscito a bloccare un’auto rubata lanciata sull’Interstate 96. L’ideatore è l’inventore americano Leonard Stock, che ha avuto l’intuizione guardando un programma televisivo sugli inseguimenti. Oggi il dispositivo è già in dotazione ai dipartimenti di polizia di 35 Stati, con oltre 1.500 missioni portate a termine con successo.
Le cronache locali raccontano come il sistema si sia dimostrato efficace anche nei casi più estremi: un malvivente in fuga ha tentato di continuare la corsa con il dispositivo agganciato alla ruota posteriore sinistra, distruggendo l’asse del veicolo; in un’altra occasione è stato usato per fermare un guidatore ubriaco che non si era fermato all’alt.
Il Capitano Eric Marcotte ha definito il congegno “una idea rivoluzionaria e molto utile”. Ma lo stesso inventore mette in guardia sull’utilizzo. Stock ha chiarito: “È legittimo preoccuparsi di fermare un veicolo, ma non è una misura da usare in ogni inseguimento. Va sfruttato quando un dipartimento di polizia ha bisogno di fermare una vettura che mette in pericolo la vita di un civile”.
Se l’esperimento americano dovesse confermarsi, il “grappler” potrebbe presto arrivare anche sulle strade italiane. Non mancano, infatti, episodi simili anche nel nostro Paese: pochi mesi fa a Roma una donna aveva tentato di darsi alla fuga in pieno centro, creando una situazione di pericolo.
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