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Gaza, oltre 40 morti dopo raid Idf, almeno 19 colpiti mentre cercavano aiuti umanitari; follia Netanyahu: "Sono in missione storica e spirituale" - VIDEO

Mentre continua il genocidio a Gaza, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, in un’intervista rilasciata al canale i24, ha dichiarato di sentirsi impegnato in una "missione storica e spirituale"

13 Agosto 2025

Dall’alba di oggi, oltre 40 palestinesi sono stati uccisi a Gaza dalle forze israeliane, di cui almeno 19 colpite da colpi d’arma da fuoco mentre cercavano aiuti umanitari. Le zone colpite includono Gaza City, Deir el-Balah e Khan Younis.

La notte è stata segnata da esplosioni continue, chiaramente udibili nella parte orientale di Gaza City, in particolare nel quartiere di Zeitoun e nelle aree adiacenti, fino a Sabra. In queste zone, i civili cercavano disperatamente rifugio, mentre le bombe colpivano le principali arterie stradali. Sette persone hanno perso la vita nel corso della notte, a causa di un’intensa combinazione di attacchi aerei e bombardamenti di artiglieria che hanno colpito densamente popolati complessi residenziali.

Poche ore dopo, un nuovo attacco è stato segnalato nel quartiere di Sheikh Radwan, nella parte nord-occidentale della città. Secondo quanto riferito, altre tre persone sono state uccise mentre tentavano di lasciare l’area.

Fonti sul campo hanno dichiarato ad Al Jazeera di "segnali che indicano che l’operazione militare israeliana per conquistare Gaza City è in preparazione e potrebbe essere già iniziata in queste aree".

Intanto, mentre continua il genocidio a Gaza, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, in un’intervista rilasciata al canale i24, ha dichiarato di sentirsi impegnato in una "missione storica e spirituale", dichiarando di essere "molto" legato alla visione di un Grande Israele, che include territori destinati a un futuro stato palestinese e potenzialmente anche aree dell’attuale Giordania ed Egitto.

Durante l’intervista, il giornalista Sharon Gal — ex deputato della destra israeliana — ha donato a Netanyahu un amuleto che, secondo la sua descrizione, rappresenterebbe "una mappa della Terra Promessa". Alla domanda se si senta vicino a "questa visione" del Grande Israele, Netanyahu ha risposto: "Moltissimo".

https://www.ilgiornaleditalia.it/news/esteri/695351/il-piano-sionista-grande-israele-del-1982-e-le-aspirazioni-espansionistiche-di-netanyahu-per-occupare-la-terra-promessa-dal-nilo-all-eufrate-retroscena.html

Il concetto di Grande Israele, utilizzato per la prima volta su vasta scala dopo la Guerra dei Sei Giorni del 1967, comprende Israele e i territori conquistati durante il conflitto, ossia Gerusalemme Est, Cisgiordania, Striscia di Gaza, Penisola del Sinai e Alture del Golan. Storicamente, l’espressione è stata anche adottata da alcuni padri fondatori del sionismo, tra cui Ze’ev Jabotinsky, ispiratore del partito Likud oggi guidato da Netanyahu.

Alla domanda se si senta in missione per conto del popolo ebraico, il premier ha dichiarato: "Sono in missione per generazioni: ci sono generazioni di ebrei che sognavano di venire qui e generazioni di ebrei che verranno dopo di noi. Quindi se mi chiedete se ho un senso di missione, storicamente e spiritualmente, la risposta è sì", ha concluso.

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