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Gaza, Tajani: "Nella Striscia una carneficina, non un genocidio"; ma esperto Usa: "In atto pulizia etnica e genocidio, perpetrati con complicità degli Stati Uniti" - VIDEO

Il Ministro degli Esteri nega il genocidio a Gaza, ma aumentano sempre di più le uccisioni dei civili in cerca di cibo vicino ai centri di aiuti umanitari GHF

04 Agosto 2025

Nella Striscia di Gaza è in corso "una carneficina, non un genocidio", parla così il ministro degli Esteri Antonio Tajani al programma "Radio anch'io" di Radio 1, rispondendo alla domanda del conduttore Giorgio Zanchini sulla possibilità che ciò che sta accadendo a Gaza definirsi genocidio. Il viceministro, freno tirato, risponde con riserva: la parola genocidio, spiega, va intesa come "scelta determinata di eliminare tutti i palestinesi". E con questa accezione, per lui, l'utilizzo del termine "eliminare" associato a genocidio, è improprio: "È certamente inaccettabile e inumano ciò che sta accadendo", prosegue tiepido attestandosi su evidenze ormai note a tutti, "ma non credo che il disegno sia quello di eliminare i palestinesi, semmai di farli uscire dalla Palestina".

Tuttavia, secondo altri esponenti politici e studiosi, il termine adeguato per ciò che accade a Gaza è proprio genocidio. La fame nella Striscia di Gaza "è voluta e pianificata da Israele, è un crimine calcolato scientificamente dal governo israeliano, un obiettivo da raggiungere per convincere i palestinesi che sopravviveranno ad andarsene nel fenomeno che a Tel Aviv chiamano migrazione volontaria. E' il genocidio peggiore della storia", ha spiegato pochi giorni fa la relatrice speciale delle Nazioni Unite sui Territori palestinesi occupati, Francesca Albanese.

Gaza, Tajani: "Nella Striscia è in atto una carneficina, non un genocidio", esperto Usa: "Genocidio e pulizia etnica"

Nella Striscia di Gaza è in atto una carneficina. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani evita di usare il termine "genocidio" per descrivere la situazione nell'exclave palestinese, un termine sul quale in questi giorni si è a lungo dibattuto a livello internazionale. Nelle scorse ore, anche il presidente degli Stati Uniti ha espresso la propria opinione, negando il genocidio a Gaza. Sono però sempre di più gli esponenti politici, gli artisti e gli studiosi che usa proprio questo termine per descrivere le azioni di Israele.
L’esperto politico statunitense, John Mearsheimer, autore del famoso libro “The Israel Lobby and US Foreign Policy” ha affermato che il regime israeliano, con la complicità dell’amministrazione USA, sta commettendo un genocidio contro i palestinesi nella Striscia di Gaza assediata. L'esperto ha parlato anche di "pulizia etnica" e ha sottolineato come Israele da tempo miri a espellere la popolazione palestinese da quello che considera il “Grande Israele”, che "comprende lo Stato di Israele creato nel 1948 e i territori occupati".
Dall'alba di oggi, 4 agosto, altri 29 civili hanno perso la vita, chi per carenza di cibo, chi ancora per gli attacchi israeliani. A Gaza City, un bambino, Sand Muhammad Saad, è morto di fame.

Sull'uscita forzata dei Palestinesi poi Tajani tira dritto: "Non la condividiamo assolutamente perché come governo ci riconosciamo nel progetto della ricostruzione di Gaza". Da un lato dunque, chiarisce il Ministro nell'intervista, l'esigenza di una trattativa duratura tra le parti, dall'altro "la creazione di uno Stato Palestinese che riconosca e venga riconosciuto da Israele. Abbiamo sempre dato la nostra disponibilità a partecipare con un contingente italiano sotto bandiera Onu a guida araba che possa riunificare la Palestina [riunificare Gaza e la Cisgiordania, ndr] e dare al popolo palestinese la possibilità di avere uno Stato". "L'Italia – conclude – è favorevole al riconoscimento dello Stato Palestinese, ma per riconoscerlo dev'esserci uno Stato da riconoscere".

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