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Morte Diogo Jota, "la Lamborghini Huracan andava piano, le prove nel mio VIDEO", la testimonianza di un camionista sull'incidente

José Azevedo: "Ho le prove. Mi sono fermato, ho preso l’estintore e ho cercato di aiutare i giovani. Per via dell'impatto, per via dell'incidente, non c'era assolutamente niente da fare", poi ai familiari delle vittime: "Vi do la mia parola: non andavano veloci. Andavano molto tranquilli"

11 Luglio 2025

Un video consegnato da un camionista agli inquirenti potrebbe aiutare a capire la dinamica dell'incidente mortale di Diogo Jota e del fratello André Silva a bordo della Lamborghini Huracan. Il testimone ha consegnato il filmato agli inquirenti affermando che i due fratelli non stavano andando veloci in auto e di avere le prove, gettando ombra sulle prime ipotesi secondo cui a causare l'incidente e la conseguente morte sarebbe stata proprio la velocità.

Morte Diogo Jota, "la Lamborghini Huracan andava piano, ho le prove in un VIDEO"

José Azevedo, autotrasportatore che viaggiava sulla A-52 nella notte dell'incidente di Diogo Jota, nei pressi di Palacios de Sanabria, ha affermato di aver registrato un video che dimostrerebbe che il calciatore non correva in Lamborghini. Josè ha prima smentito tutti coloro i quali lo hanno accusato di aver preferito registrare un filmato piuttosto che provare ad aiutare le vittime dell'incidente. "Sono stato io a filmare. Ho le prove. Mi sono fermato, ho preso l’estintore e ho cercato di aiutare i giovani. Per via dell'impatto, per via dell'incidente, non c'era assolutamente niente da fare. Nulla".

"Io ho la coscienza pulita. So quello che ho visto. Sono passati accanto a me tranquilli, senza eccessi di velocità. Senza eccessi di velocità. Sono stato io stesso a mandare il video alla CMTV perché avevo cominciato a sentire delle assurdità", ha aggiunto.

Azevedo avrebbe scoperto solo la mattina successiva chi c'era all'interno dell'auto. Il camionista ha rivolto anche alcune parole ai familiari delle vittime: "Vi do la mia parola: non andavano veloci. Andavano molto tranquilli, perché io faccio quella strada ogni giorno, dal lunedì al sabato. So com'è quella strada, è una strada che non vale un accidente. È una strada buia e io sono riuscito a vedere la marca dell’auto, il colore dell’auto, tutto chiaramente. Poco più avanti, purtroppo, è successo quello che è successo".

L'incidente di Diogo Jota in Lamborghini

Il 3 luglio 2025, Diogo Jota (28 anni) e suo fratello, Andrè Silva (26 anni), viaggiavano a bordo di una Lamborghini Huracan LP610 da 610 cavalli, presa a noleggio, quando hanno avuto un incidente mortale. I due stavano tornando in Inghilterra, dove lunedì Diogo doveva presentarsi al ritiro del Liverpool. Il calciatore aveva da poco subito un intervento ai polmoni a causa di uno pneumotorace. I medici gli avevano consigliato di evitare viaggi in aereo, a causa della pressione della cabina. Per questo Jota aveva deciso di affrontare un viaggio lungo e non leggerissimo di ritorno in Inghilterra, prima con un’automobile a noleggio con cui avrebbe raggiunto la città di Santander, poi con una nave con cui sarebbe arrivato a Plymouth in circa 20 ore. Da lì sarebbe ripartito in macchina verso Liverpool.

Tuttavia, lungo l'autostrada Rias Bajas, nei pressi di Cernadilla, nella provincia di Zamora, in Spagna, intorno alle 00:40 un pneumatico posteriore della Lamborghini sarebbe esploso, facendo perdere al calciatore il controllo della guida e causando l'uscita dalla strada e il successivo impatto contro il guardrail. 

Durante l'incidente, l'auto ha preso fuoco e, in pochi secondi, è stata avvolta dalle fiamme. I due fratelli sarebbero rimasti bloccati nell’abitacolo e sono deceduti. Diogo si era sposato solo 11 giorni prima con la sua compagna di sempre, Ruta, con la quale aveva tre figli.

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