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Gaza, scontro Foa-Parenzo, la storica ebrea: "È genocidio ne sono convinta", lui nega: "Israele unica democrazia del Medio Oriente" - VIDEO

Anna Foa prende una posizione netta: “Sono convinta che quanto sta accadendo nella Striscia di Gaza sia un genocidio”.

12 Giugno 2025

Scontro tra Anna Foa e David Parenzo a DiMartedì (La7). La storica ebrea, autrice del saggio Il suicidio di Israele, e il giornalista, recentemente uscito con il libro Lo scandalo Israele, hanno discusso in merito al genocidio a Gaza e alle azioni di Israele.

Foa, che in passato aveva espresso cautela sull’utilizzo di certi termini, ora prende una posizione netta: “Sono convinta che quanto sta accadendo nella Striscia di Gaza sia un genocidio”. Parenzo si oppone con decisione, richiamandosi alla tesi del suo libro: “Lo scandalo Israele racconta la vera essenza di Israele, che viene invece dipinta come uno Stato quasi nazista. Si usano parole come genocidio, viene paragonato Netanyahu a Hitler. Insomma, è questo il lessico che in questi ultimi mesi sentiamo nella rappresentazione di una che rimane una grande e l’unica democrazia del Medio Oriente.

Foa contesta questa narrazione e sposta il focus su altri aspetti del conflitto: “Innanzitutto, non è vero che non si parla degli ostaggi israeliani di Hamas. Ma ci sono altre cose di cui parlare, come per esempio tutti i detenuti palestinesi imprigionati senza processo e solo per provvedimenti amministrativi”. “No, sono accusati di terrorismo”, replica Parenzo a bassa voce.
Ma la storica incalza: “Il governo israeliano ha deciso che i palestinesi debbano essere trattenuti, agli ebrei questo non accade”.

Entrando nel cuore del suo saggio, Foa cita un sondaggio pubblicato dal quotidiano Haaretz, secondo cui la maggioranza degli israeliani sosterrebbe l’espulsione dei palestinesi da Gaza: “Già prima del 7 ottobre Israele era in crisi esistenziale, ma quello che sta facendo a Gaza rappresenta il terribile suicidio etico di Israele. Una consistente parte della popolazione israeliana auspica la cacciata dei palestinesi. Se questo non è un suicidio della morale israeliana, cosa è?”.

Parenzo allora chiama in causa Mansour Abbas, leader della Lista Araba Unita e parlamentare arabo-israeliano: “Neppure lui ha mai utilizzato la parola genocidio per indicare la terribile guerra di Gaza, non si è mai permesso di utilizzare un linguaggio simile”. Ma Foa ribatte con fermezza: “Non è vero che in Israele non si parli di genocidio – anzi, se ne parla, eccome. Si parla di pulizia etnica, di apartheid, di genocidio molto più di quanto se ne parli qui in Italia. Ricordo che ci sono tantissimi studi di accademici israeliani che utilizzano questi termini”.

A quel punto, Parenzo rilancia citando le parole pronunciate da Abu Mazen contro Hamas: “Il 23 aprile ha detto: ‘Figli di cani, lasciate il potere, consegnate le armi all’Onp e diventate un partito politico’. Lo dice Abu Mazen che considera Hamas dei terroristi”. La storica però non ci sta: “Ma che c’entra questo? Non c’entra niente con quello che stavamo dicendo. Piuttosto, ricordo che esiste un provvedimento legislativo che mira a limitare fortemente la partecipazione dei partiti arabi alle elezioni politiche israeliane”.

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