18 Marzo 2025
Finita la tregua tra Israele e Hamas. Nella notte le forze dell'Idf hanno ripreso a bombardare la Striscia di Gaza con molteplici raid aerei, i morti sono oltre 350. Il premier Benjamin Netanyahu ha ordinato la ripresa dei bombardamenti "dopo che Hamas si è ripetutamente rifiutata di rilasciare i nostri ostaggi e ha respinto tutte le proposte ricevute dall'inviato del presidente degli Stati Uniti, Steve Witkoff, e dai mediatori"; lo stesso Netanyahu ha riferito che ha "istruito l'Idf ad agire con forza contro Hamas" per raggiungere gli obiettivi della guerra "tra cui il rilascio di tutti gli ostaggi". Il ministro della difesa dello Stato ebraico, Israel Katz, ha dichiarato che "le porte dell'inferno si apriranno su Gaza, Hamas verrà colpito con una forza mai vista prima se i 59 ostaggi rimasti non verranno rilasciati". A dirigere l'attacco sono il capo di Stato maggiore Eyal Zamir e il capo dello Shin Bet, Ronen Bar, che hanno fatto sapere che l'attacco non prevederà solo operazioni aeree. Dei 59 ostaggi, solo 24 sarebbero ancora in vita.
Hamas ha risposto alle dichiarazioni degli israeliani: "Netanyahu e il suo governo estremista hanno preso la decisione di annullare l'accordo di cessate il fuoco ed esporre gli ostaggi a Gaza a un destino ignoto. Netanyahu e il suo governo stanno rinnovando l'aggressione e la guerra contro civili indifesi nella Striscia di Gaza. Consideriamo Netanyahu, il criminale, e Israele pienamente responsabili delle conseguenze dell'aggressione traditrice su Gaza. Chiediamo ai mediatori di attribuire la piena responsabilità della violazione dell'accordo a Netanyahu e a Israele". Il Ministero della Salute di Hamas ha inoltre affermato che ci sono "molte donne e bambini tra gli oltre 400 palestinesi uccisi negli attacchi aerei israeliani nella Striscia di Gaza". Lo stesso dicastero definisce l'attacco di Israele "infido" e su "civili assediati e indifesi". La Jihad islamica palestinese accusa Israele di "sabotare deliberatamente" il cessate il fuoco, in vigore dal 19 gennaio". Sono stati colpiti diverse abitazioni di civili e tende di sfollati. Secondo quanto riferito da alcune fonti locali, tra le vittime ci sarebbero il premier di Hamas a Gaza, il ministro dell'Interno e altri dirigenti.
La Casa Bianca ha rivelato di essere stata informata in anticipo della ripresa dei bombardamenti, non opponendosi. La portavoce Karoline Leavitt ha anche aggiunto che "tutti quelli che stanno cercando di terrorizzare Israele e gli Stati Uniti pagheranno un prezzo. Si scatenerà l'inferno. Tutti i terroristi in Medio Oriente dovrebbero prendere il presidente seriamente quando dice che non ha paura di difendere gli Usa e il nostro alleato Israele".
Le famiglie degli ostaggi israeliani si sono dette "inorridite, furiose e spaventate dall'intenzionale interruzione del processo di ritorno dei nostri cari dalla terribile prigionia di Hamas"; "Il ritorno ai combattimenti prima del ritorno dell'ultimo ostaggio ci costerà i 59 ostaggi che sono ancora a Gaza e che possono ancora essere salvati e riportati indietro", hanno aggiunto, sottolineando come il governo abbia "scelto di rinunciare alla vita degli ostaggi".
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