08 Luglio 2024
Israele, ennesime proteste contro Netanyahu, di cui si richiedono a gran voce le dimissioni. A Tel Aviv una fiumana di persone, blocchi stradali e arresti. Avviene a nove mesi dal 7 ottobre, data di inizio della guerra a Gaza.
È stato chiamato il "Giorno del disturbo": è iniziato il 7 luglio alle 6.29, l'esatta ora in cui i militanti di Hamas hanno lanciato i primi razzi verso Israele nove mesi fa. I manifestanti hanno invaso le strade e bloccato le autostrade di tutta Israele. Hanno invocato un cessate il fuoco, a seguito del quale gli ostaggi detenuti da Hamas potrebbero essere portati indietro, e hanno spinto per le dimissioni del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.
Dopo l'intervento della polizia, almeno cinque manifestanti sono stati arrestati con l'accusa di disturbo della quiete pubblica, allo svincolo di Kfar Hayarok, a nord di Tel Aviv. 12 le persone che hanno ricevuto multe per disordini o per aver utilizzato i propri veicoli per bloccare il traffico. Allo svincolo Rokach/Namir, invece, nel nord di Tel Aviv, si sono verificati degli scontri tra manifestanti e polizia, senza che però sfociassero in nulla di grave. Un gesto innocuo, simbolico, è avvenuto vicino al confine con Gaza: i protestanti israeliani hanno lanciato in cielo 1.500 palloncini neri e gialli che vogliono simboleggiare tutte le persone che sono state uccise e rapite. Un gesto dedicato anche ai circa 120 ostaggi che tuttora rimangono prigionieri a Gaza.
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