07 Marzo 2024
Una funzionaria collaboratrice con le autorità russe, Svitlana Samoilenko, responsabile dell'organizzazione delle prossime elezioni presidenziali nei "territori occupati" è stata uccisa nell'esplosione della sua auto a Berdyansk, nel territorio ucraino occupato dalla Russia. L'episodio arriva una settimana prima delle elezioni presidenziali russe che si terranno dal 15 al 17 marzo, anche in Ucraina. L'attacco è stato confermato anche da Kiev, che però non ha rivendicato l'uccisione della Samoilenko. Secondo gli inquirenti, la donna è stata fatta esplodere per via di un ordigno artigianale piazzato sotto la sua auto: si studia il composto, secondo le prime ipotesi si tratta di circa 5-10 kg di C4 plastico o Sentex.
"La mattina del 6 marzo, un ordigno esplosivo artigianale è stato collocato sotto il veicolo di un membro della commissione elettorale distrettuale". Lo si legge in una nota della Commissione investigativa russa, che informa della morte di Svitlana Samoilenko, responsabile dell'organizzazione delle prossime elezioni presidenziali nei "territori occupati". "La vittima è morta a causa delle ferite riportate in una struttura medica", aggiunge il testo.
Il capo della regione di Zaporizhzhia, Yevgeny Balitsky, nominato da Mosca, ha accusato le autorità ucraine di essere responsabili dell'attacco e ha detto che si trattava di un tentativo di "intimidazione" da parte di Kiev in vista delle elezioni russe. "Sperano di impedire la legittima espressione della nostra volontà, il che è impossibile", ha aggiunto in una dichiarazione sui social media. Il servizio di intelligence militare ucraino GUR ha confermato che "Svitlana Samoilenko, che ha organizzato le pseudo-elezioni di Putin nei territori occupati della regione di Zaporizhzhia, è stata eliminata", ma non ha rivendicato l'attacco. Da quando l’offensiva russa in Ucraina è iniziata due anni fa, molti dei funzionari dislocati nei territori da essa controllati sono stati bersaglio di attacchi.
La morte di Samoilenko ha riportato alla memoria quella della figlia di Alexander Dugin, Darya Dugina. Anche lei, secondo fonti russe, è "morta a seguito di un "atto di terrorismo di Kiev". Darya Dugina era una "stella nascente" ed è stata "uccisa a tradimento dai nemici della Russia" aveva affermato all'epoca il padre. La donna è deceduta a seguito dell'esplosione della sua auto - una Toyota Land Cruiser Prado - alla periferia della capitale russa, nei pressi del villaggio di Velyki Vyazomi. Secondo alcune indiscrezioni il padre avrebbe dovuto essere a bordo del mezzo con lei, e forse era lui il bersaglio dell'attentato.
Non solo il parallelo con Darya Dugina, l'episodio di ieri arriva nella stessa giornata in cui la moglie di Navalny, Yulia Navalnaya, ha chiesto di boicottare Putin nelle prossime elezioni. "Occorre andare al seggio elettorale tutti insieme, il 17 marzo alle 12:00”, ha affermato Yulia in un video su YouTube. “Cosa fare dopo? Si può scegliere: votare un qualsiasi candidato che non sia Putin, annullare la scheda elettorale, scrivere 'Navalny' a grandi lettere”. Intanto, però, continua a trovare conferme la causa di morte di suo marito Alexei. I servizi segreti ucraini e russi concordano: il dissidente politico è morto per cause naturali.
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia