21 Settembre 2022
Mosca dice no alla guerra, e lo dice in tutti i modi che può: lo dice il mercato dei voli aerei, improvvisamente lievitati a 7500 dollari l'uno e lo dice la continua ricerca di metodi di fuga dal paese. Nessuno vuole andare a combattere, soprattutto dopo la continua narrativa del nucleare a cui, probabilmente gli stessi russi hanno cominciato a credere.
E da Mosca ci confermano che nessuno vuole fare trattative con Kiev, ma quando si è passati a dover richiamare 300 mila riservisti gli umori sono cambiati. I fermi di piazza ripresi delle telecamere sono accompagnati da cori "net vojne", "no alla guerra".
Gli agenti in tenuta anti-sommossa che si fanno largo tra la folla e poi i primi arresti: scena in arrivo da Mosca, dove nella centrale via Staryj Arbat è in corso una manifestazione di protesta contro l'ampliamento dell'intervento militare della Russia in Ucraina. A diffondere foto e video, da Mosca e San Pietroburgo ma anche da altre città minori, è su Telegram il movimento liberale Vesna, una parola che in italiano vuol dire "primavera". L'iniziativa di protesta ha come slogan "Net moghilizatsii", "no alla tomba": un gioco di parole con "mobilizatsiya", mobilitazione, il termine utilizzato stamane dal presidente Vladimir Putin per comunicare l'intensificarsi dell'intervento in Ucraina con la possibilità del richiamo al fronte per circa 300mila riservisti.
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