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Festival della Comunicazione di Camogli, Farinetti: "Siamo condannati a vendere bellezza al mondo"

"La soluzione è cambiare i sentimenti. Le regole non servono più, ne abbiamo già troppe. Dobbiamo passare dalla sfiducia alla fiducia, dalla paura al coraggio, dal pensare in piccolo al pensare in grande". L'intervista con Il Giornale d'Italia

10 Settembre 2021

"Realismo e ottimismo non sono opposti. Si può essere realisti e ottimisti. Se dicessi 'la situazione è drammatica, c'è un calo di sentimenti enorme' (realismo), tuttavia credo che ci possa essere la situazione per risolvere il problema (ottimismo), debbo confessare che gli italiani non riusciranno a cogliere questa opportunità (pessimismo). Molto difficile discernere tra questi tre approcci, il segreto credo sia averli tutti e tre e usarli in dose moderate" , queste le parole a Il Giornale d'Italia di Oscar Farinetti, fondatore di Eataly, in occasione del Festival della Comunicazione di Camogli.

"La soluzione è cambiare i sentimenti. Le regole non servono più, ne abbiamo già troppe. Dobbiamo passare dalla sfiducia alla fiducia, dalla paura al coraggio, dal pensare in piccolo al pensare in grande. C'è un sacco di gente che va in giro a fare sovranismi dicendo di essere orgogliosi di essere italiani come se avessero fatto loro il Colosseo, Venezia ecc...Noi dobbiamo rimboccarci le mani e ripartire, coscienti, riconoscenti di essere italiani e metterci una grande energia cambiando i sentimenti".

"Essere italiani significa essere consci di della capacità creativa che abbiamo, la biodiversità che c'è nella terra si è trasferita nei nostri cuori e nelle nostre teste. In Italia ci sono cinque milioni di imprese. Dobbiamo essere capaci però di lavorare insieme. Dobbiamo passare da 50 milioni di turisti stranieri a 100 milioni, da 40 miliardi di esportazioni di eccellenze agroalimentari a 100 miliardi. Se poi si fa lo stesso percorso nella Moda e nella Manifattura ce la faremo. Siamo condannati a vendere bellezza al mondo".

Sul Green Pass: "Non ha senso non averlo, lasciamo libera la coscienza dei singoli se vaccinarsi o no, poi però mettiamo il green pass obbligatorio per tutti quelli che vogliono andare in luoghi frequentati. Il tema è che bisognerebbe obbligarlo come si obbliga il casco sul motorino. Ma qui c'è in ballo la salute di tutte. Consideriamo un atto di bene pubblico
vaccinarsi? Se la risposta è si, ebbene, dobbiamo farlo".

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