11 Ottobre 2023
Domenico Piraina, Direttore della Cultura del Comune di Milano e Direttore Area Mostre e Musei Scientifici, in occasione della preview della mostra El Greco, visitabile a Palazzo Reale da oggi 11 ottobre all'11 febbraio 2024, ha dichiarato a Il Giornale d'Italia:
"Stiamo lavorando a questo questo splendido progetto da quattro anni, e penso che anche questa volta abbiamo centrato il nostro obiettivo, che era quello di realizzare la più importante mostra su El Greco che sia mai stata realizzata nel nostro paese. Chi verrà a vedere questa mostra troverà innanzitutto un artista straordinario, un artista che ha influenzato notevolmente molti artisti delle cosiddette avanguardie storiche, a cominciare da Picasso per finire a Giacometti, passando per Delaunay e per Chagall e per tantissimi altri. Chi verrà a Palazzo Reale troverà inoltre un artista che io considero europeo ante litteram, perché è un artista nato a Creta, e quindi in un mondo prettamente bizantino, che conosce l'arte italiana quando si sposta a Venezia e un po' anche a Roma, e poi trova il trionfo in Spagna, soprattutto nella città di Toledo dove lui vive e opera per ben 37 anni".
Cosa c'è in cantiere per Palazzo Reale?
"Una delle caratteristiche di Palazzo Reale è quella di avere delle programmazioni di medio e lungo termine, noi di solito programmiamo almeno da qui a quattro o cinque anni; anche perché per mantenere un certo grado di importanza nel circuito internazionale delle mostre devi assumere una postura di programmazione, non ti puoi improvvisare. Ecco perchè per fare El greco ci abbiamo messo 4 anni e mezzo. Dunque per quanto riguarda i nuovi progetti c'è quello con il Museo d'Orsay che è un nostro partner storico, una mostra molto interessante relativa a un confronto diretto tra Cézanne e Renoir, ma anche, sempre molto importante, la grande mostra dedicata a De Nittis, un artista non conosciutissimo, però noi siamo abituati qui a Palazzo Reale anche a presentare artisti che meritano di essere promossi e valorizzati. Stiamo poi lavorando a una mostra su Munch, con il museo di Oslo. Ecco queste sono quattro delle principali iniziative che realizzeremo l'anno prossimo, anche se ovviamente la programmazione sarà poi molto più intensa".
Ecco proprio perché è importante essere proiettati al futuro, come vede la situazione culturale e per Palazzo Reale nei prossimi cinque anni?
"Noi abbiamo un osservatorio abbastanza privilegiato che è la città di Milano: molte cose che succedono a Milano non succedono da altre parti d'Italia o comunque succedono prima, noi siamo un po' il punto di avanguardia. Grazie all'amministrazione, ci saranno dei grandi investimenti, anche infrastrutturali, si pensi al raddoppio del Museo del Novecento, al Museo della Resistenza, al Museo dell'arte digitale, o ancora alla Beic, la biblioteca europea. Stiamo facendo veramente un grandissimo lavoro infrastrutturale per la città, lavoro che da tantissimi anni, da decenni, non venivano realizzato, e dunque continueremo a lavorare affinché questi progetti possano essere terminati entro il 2026/27. Si tratta certamente di un grande lavoro, ma abbiamo tutte le carte in regola per portarlo a termine. Sono dunque molto ottimista, come lo sono sempre stato; d'altra parte essere pessimisti è assolutamente inutile".
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