10 Giugno 2021
Ernesto Neto torna in Italia con questa importante lavoro a vent’anni della sua prima partecipazione alla Biennale di Venezia nel 2001, curata da Harald Szeeman. In quell’occasione era anche stato scelto da Germano Celant a rappresentare il Brasile nella sezione riservata ai padiglioni nazionali. Nato a Rio de Janeiro nel 1964, molto legato alla sua terra, alla natura, all’interazione e alla storia dei popoli, per l’influenza che il contesto ha nella formazione dell’interiorità, ha voluto creare “un Inno alla Vita, alla Natura nella sua accezione più ancestrale, e un invito a riconsiderare l’importanza di una visione non funzionale e non antropocentrica dell’universo, insieme al principio, proprio di una concezione olistica del mondo, della sostanziale materialità del tutto”.
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