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La fabbrica della cultura e della comunicazione, cinquanta anni dopo (1975-2025), il crepuscolo degli dei (e della politica milanese)

Cultura, società, politica, sperimentazione, avanguardia

16 Dicembre 2025

La fabbrica della cultura e della comunicazione, cinquanta anni dopo (1975-2025), il crepuscolo degli dei (e della politica milanese)

Il tempo sbiadisce i ricordi, li stempera, li rende meno aggressivi, turbolenti, rispetto alla nostra anima, tutto scompare, dopo cinquanta anni, "un'era" rispetto ai nostri ritmi apparentemente affollati di meteore e di gesti istantanei.

Quasi mezzo secolo fa, a Milano nasceva un episodio fenomenale e seminale, come direbbero gli antropologi culturale, quel LABORATORIO DI COMUNICAZIONE MILITANTE. Badate bene che tutte le espressioni dell'arte e delle professioni in quel periodo erano "militanti", oppure non esistevano, per la volontà di incidere nella realtà, nella carne viva della società, per scardinare le ultime flebili certezze. Ettore Pasculli, Paolo Rosa, Giovanni Colombo e altri furono i giovani cocchieri di quella traversata pericolosa che come tutte le cose meravigliose e transeunti, si schiantarono rumorosamente con i successivi anni, detti appunto "di piombo".

Questi giovani e spericolati creativi occuparono, ma allora sembrava un obbligo, la chiesa di San Carpoforo a Brera dando vita al più spettacolare episodio/luogo di produzione multimediale, mai dimenticato, e bisognerebbe ricordare i vari performer che illuminarono quella fabbrica(per dirla alla Luigi Nono), e quel periodo, come il gruppo Fluxus, Brian Eno, o il guru dell'anti-psichiatria David Cooper, ma soprattutto John Cage, massima espressione vivente della sperimentazione musicale mondiale.

Tutto questo con un attenzione non confrontabile con i nostri "tempi deluxe", (dove i traguardi importanti sono le classifiche delle vendite immobiliari), e per la nostra distrattissima classe (sic!)politica.

Ettore Pasculli, regista sperimentale, che  ha realizzato il primo film girato in digitale, al mondo, ha parlato di un incontro con una figura che avrebbe fatto parlare di se nei successivi trent'anni, quel Craxi Bettino che troppo pochi ricordano per queste iniziative "politiche", il Segretario, regala a quei ragazzi, una caldaia industriale per riscaldare la Chiesa, e li invita ad un incontro con l'amministrazione milanese per regolarizzare la posizione di quel gruppo.

Ve lo immaginate oggi? Qualcuno che possa spendersi per un progetto culturale d'avanguardia, senza avere ritorni interessati? Siamo nel giurassico del XX secolo, una modalità operativa che successivamente non avremmo più avuto modo di condividere.

Quella "fabbrica creativa", libera e senza costrizioni ideologiche, aperta a tutti i "flussi" di pensiero, forte e debole che fossero, ci appare come il doveroso omaggio a quei precursori, che avevano la concezione, davvero incomprensibile oggi che, attraverso l'arte, si potesse cambiare il mondo, per renderlo migliore o almeno meno triste, grigio.

La stagione dell'avvento del terrore, vero, nel nostro paese spazzerà via per sempre quel sogno, che per fortuna rimane nell'enorme raccolta di documenti conservati, ed esposti alla fabbrica del vapore, in questi gironi, da Pasculli, ci permettiamo di aggiungere e per fortuna che rimane una memoria di quello che eravamo, e di cosa sognavamo.

Una città insonne, una città centro di tutte le avanguardie, con una politica non rinunciataria e immobiliare, troppo diversa dal piano inclinato verso cui scivoliamo, cercando al massimo di schivare l'ultimo spritz.

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