26 Maggio 2025
Il governo ha posto la fiducia in Aula alla Camera sul decreto Sicurezza, chiudendo così ogni margine di modifica al provvedimento. A richiederla è stato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, al termine della discussione generale. L’opposizione ha fortemente criticato la decisione, denunciando quanto avvenuto in Commissione dove giovedì scorso era stata imposta una doppia tagliola: sia sugli emendamenti che sulle dichiarazioni di voto. Si tratta di un passaggio senza precedenti: è la prima volta che un decreto in prima lettura viene approvato senza alcun emendamento.
Ma mentre il Parlamento discuteva blindando il testo, le tensioni si sono riversate per le strade del centro di Roma, dove centinaia di manifestanti si sono riuniti per contestare il provvedimento. La situazione è presto degenerata: un gruppo di dimostranti, molti con caschi, volti coperti e bastoni, ha sfondato il cordone di sicurezza posto dalle forze dell’ordine all’inizio di via del Tritone, tentando di raggiungere il Parlamento.
Le forze di polizia, prese di mira con bastoni e oggetti, hanno risposto con cariche e l’uso dei manganelli, riuscendo a bloccare l’avanzata e a disperdere il corteo. Alcuni dei manifestanti si erano protetti dietro pannelli con slogan come “La democrazia non si piega”, “Stop accordi” e “Free Palestine”, cercando di guadagnare terreno verso Montecitorio.
Il presidio, inizialmente autorizzato come manifestazione statica, aveva chiesto di trasformarsi in corteo, ma il diniego ha esasperato gli animi. Alcuni attivisti hanno cercato lo scontro, indossando protezioni e attaccando gli agenti. Le immagini degli scontri – diffuse in rete e riprese dai presenti – mostrano attimi di vera guerriglia urbana, con la polizia costretta a intervenire in modo deciso per evitare l’assalto alle aree sensibili del centro.
La tensione resta alta, e si teme che nei prossimi giorni possano esplodere nuove proteste. L’opposizione parla di una “forzatura inaccettabile” da parte del governo, mentre il Viminale ribadisce la linea della fermezza: “Ordine pubblico e sicurezza non si negoziano”, ha fatto sapere una fonte del ministero.
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