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Longo (Fondo Pensione Nazionale BCC/CRA): "Nel 2024 il patrimonio ha raggiunto i €3 mld grazie a gestione lungimirante degli asset e a contributi sufficienti"

Giuseppe Longo, Direttore Generale del Fondo Pensione Nazionale BCC/CRA ha dichiarato: "Fondi pensioni sono 'investitori pazienti'; necessario coniugare investimenti liquidi e illiquidi che hanno un rischio più alto"

29 Aprile 2025

Giuseppe Longo, Direttore Generale del Fondo Pensione Nazionale BCC/CRA, in occasione dell’Assemblea Annuale dei Delegati del Fondo Pensione Nazionale per il Personale delle Banche di Credito Cooperativo, Casse Rurali ed Artigiane (BCC-CRA) è stato intervistato da Il Giornale d'Italia.

Quali sono stati i principali fattori che hanno consentito al Fondo di superare i 3 miliardi di patrimonio nel 2024?  

"Sicuramente una grande lungimiranza nella gestione degli asset, un livello contributivo sempre molto adeguato. Il fondo si trova alla vigilia del quarantennale, è nato nel 1987 e quindi ha sempre sviluppato un un discorso volto al soddisfacimento dei bisogni degli aderenti. Tutto questo si può realizzare attraverso delle contribuzioni sia datoriali sia dei lavoratori che possono sempre più rimpinguare il patrimonio che dovrà essere comunque alimentato anche dalle performance del portafoglio. Quindi le due componenti previdenziali e finanziarie hanno fatto sì che il fondo sia cresciuto in questi 38 anni e che continuerà a crescere."

C'è anche, in qualche modo, l'adozione di una strategia di investimento diversificata che abbraccia vari rami, per esempio dall'energia rinnovabili al made in Italy, passando anche per le stesse residenze sanitarie essenziali. Quindi è una politica che si intende adottare anche per il futuro, visto che squadra che vince in qualche modo non si cambia.

Il fondo  è stato un po' un precursore nell'ambito dei fondi pensione italiani nella diversificazione del portafoglio. Fino a vent'anni fa il portafoglio tipico di un fondo pensione era costituito da titoli di Stato e qualche investimento immobiliare. Noi siamo partiti nel 2010 con il tentativo riuscitissimo di diversificare il portafoglio proprio per poter, diciamo, avere un equilibrio maggiore. Allora i mercati liquidi continueranno a essere il benchmark di riferimento perché oltre il 60% - 65% del patrimonio e in gestione convenzionata e quindi attraverso i gestori selezionati ad hoc che gestiscono il patrimonio del fondo investendo nei mercati liquidi e ei mercati tradizionali. Noi abbiamo cominciato ripeto nel 2010 ad investire in mercati alternativi quindi anche in strumenti di private equity di breve a debt di infrastrutture ecco lei faceva cenno alle infrastrutture di residenze sanitarie. Molto abbiamo investito in energia rinnovabile, nelle nuove diciamo possibilità che devono essere secondo noi che devono continuare ad essere un faro fondamentale per gli investitori istituzionali di lungo termine. Ricordiamoci sempre questo: i fondi pensione sono investitori pazienti cioè devono contribuire e devono dare un rendimento nel medio lungo termine e coniugare investimenti liquidi che vengono poi sostanzialmente valorizzati mark to market con investimenti illiquidi che però hanno un premio a rischio più alto e quindi sicuramente una possibilità di di performance maggiori secondo noi è la strategia vincente e questo ci ha molto aiutato anche in anni terribili come il 2022 dove i mercati liquidi hanno perso tantissimo. Noi siamo riusciti a contenere brillantemente le perdite proprio perché avevamo un portafoglio molto diversificato che ci consentiva di avere questi asset alternativi nel patrimonio quindi sicuramente continueremo su questa strada.  

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