09 Settembre 2022
Il fotoreporter Giorgio Bianchi, da molti anni in Ucraina nel Donbass, è stato intervistato da Zona Bianca di Rete 4, ma la cosa particolare è il video mostra l'intervista proprio mentre viene registrata, quindi senza eventuali tagli. Bianchi, parlando del Donbass, spiega: "Io quella guerra la conosco, potremmo parlarne per 10 ore di quella guerra, i battaglioni neonazisti li conosco, sono difesi e protetti dalla Nato. Quando Zelensky si candidò alle elezioni disse 'accordi di Minsk' e 'pace con la Russia', ha fatto esattamente il contrario e quando sono iniziate le trattative il delegato ucraino che voleva trattare è stato accoppato come un cane, era un messaggio. L'Ucraina è un Paese che è ostaggio di una minoranza violenta e continuare con questo atteggiamento non va a favore del popolo ucraino, a noi non ce ne frega niente del popolo ucraino".
"Sono tornato dal Donbass e c'erano venti pagine del Corriere della Sera sul Donbass, oggi non c'è una riga", racconta. "Sono ipocriti, speculatori, sciacalli. Chi ha a cuore il popolo ucraino dice 'sedetevi ad un tavolo'. Fino a ieri sempre 'no border' e ora ci stiamo accapigliando per i confini. Se loro volevano mantenere l'integrità territoriale, dovevano smettere di massacrare una popolazione innocente. Dovevano smettere, e se non ci fosse stata la popolazione russa quella gente sarebbe stata massacrata come cani ed è gente che non odia, così come i no-vax. Perché io non odio nessuno, odio le istituzioni che mi hanno costretto a mangiare fuori da un ristorante con mio figlio di 3 anni come un nero dell'Arkanso mentre mi guardavano fuori. Ma che razza di mondo è questo?", si sfoga il fotoreporter.
La giornalista, rispondendo alle domande dei presenti, dichiara: "Io non porto la verità", e Bianchi: "La verità la porta il montaggio e li ci possono essere parecchi problemi, tu lo sai perché facciamo lo stesso lavoro". La giornalista rivela di essere di Zona Bianca, e Bianchi replica: "Capirai, con Giuseppe Brindisi. Io sono venuto due volte ma la cosa bella è stata un'altra: io e Giuseppe ci siamo fatti una conversazione di un'ora per telefono in cui lui aveva le sue posizioni, io le mie ma siamo riusciti a parlare come persone civili. E gli ho chiesto: ma perchè in trasmissione non si riesce a parlare in questo modo e fare questo pollaio in cui la gente non capisce niente? E lui mi ha risposto che ci sono i tempi e la pubblicità".
"Eravamo due persone civili, ma è così complicato? Noi stiamo andando sull'orlo di un disastro e tu lo sai. Perché il problema è chi monta questi pezzi e la tesi che si vuole dimostrare nella trasmissione e quello è il problema di insieme. Mi fai passare per un mentecatto quale non sono perché io sono un professionista rispettato. Perché il vostro direttore di Rete mi chiama e mi dice: 'mi fai un lavoro per me?'". E io penso, ma come nell'altra televisione mi fai infamare e poi mi dai un lavoro? E lui mi fa: "Eh ma lo sanno tutti che lì sei il migliore"". "Gli autori delle vostre trasmissioni mi chiamano e mi chiedono cosa succede nel Donbass. Gli autori di Agorà, Controcorrente, Fuori dal Coro. E seguono i nostri canali Telegram perché li seguite pure voi, ma perché poi mi infami?".
La giornalista: "Vado sul tuo profilo così come vado su quello di tanti altri", Bianchi: "Perché sai che ci sono delle informazioni, un altro punto di vista. Perché non si può avere un dialogo civile? È questo il ragionamento", giornalista: "La televisione ha determinati meccanismi", Bianchi: "E allora facciamo lo show? Ci sono momenti in cui si fa lo spettacolo ed altri in cui bisogna essere seri. Questo è il momento in cui bisogna essere seri, non è propaganda, non c'è da scherzare".
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