31 Maggio 2023
Fuori dal Coro, nella puntata andata in onda martedì 30 maggio 2023, ha affrontato alcuni casi di persone che, dopo aver ricevuto una dose di vaccino contro il Covid 19 hanno subito gravi effetti avversi ma sono stati "abbandonati dallo Stato". Il servizio è a firma di Raffaella Regoli.
Il primo caso presentato è quello di Assuntina, una studentessa di medicina con il sogno di curare i bambini malati, ma che, dopo un'ora dalla seconda dose del vaccino Pfizer, ha iniziato a star male, finendo sulla sedia a rotelle ad appena 25 anni. "Non sento dal busto in giù", ha fatto sapere la ragazza. "Ho perso prima l'uso delle gambe e poi è successo ai piedi dopo una settimana di ricovero. Dopo ho perso la sensibilità anche alle mani". Assuntina aveva una patologia della tiroide, una malattia autoimmune e dunque era un soggetto fragile, ma nessuno se ne è preoccupato. "Io ho una tiroidite di Hashimoto. Non ho chiesto l'esenzione da vaccino ma ho raccontato i miei problemi. Mi hanno assicurato che potevo farlo, anzi era sicuro farlo e come futuro medico dovevo farlo".
Dopo la seconda vaccinazione cosa è successo? "Sono svenuta qua a casa e mi sono risvegliata al pronto soccorso che non sentivo più le gambe. Da quando sono in questa situazione ho avuto tanti peggioramenti, non riuscivo nemmeno a stare seduta. Ad oggi non c'è diagnosi, c'è solo il sintomo: una tetraparesi. Sono arrivata a prendere più di dieci antidolorifici al giorno. Per due anni mi sono sentita veramente sola al mondo. Mi hanno detto anche che dovevo cambiare mestiere, che non dovevo fare più il medico e che dovevo cambiare facoltà, ma non per le mani, per la carrozzina. Perché un medico in sedia a rotelle 'non si è mai visto', perché 'è una vergogna per la categoria' ed è 'un pericolo per i pazienti'. Me lo ha detto la mia università. Io non ho mollato, continuo a studiare e ho cercato di spiegare proprio a loro la mia passione". Per lo Stato cosa sei oggi? "Sono una danneggiata non riconosciuta da nessuno. Come se fossi invisibile".
Il secondo caso presentato nel servizio è quello di Umberto, 83enne con un pacemaker. Il medico aveva insistito, nonostante l'uomo avesse avuto perfino il Covid, per la terza dose. È morto 16 ore dopo. "Io mi avvino al letto e lo tocco al viso", ha raccontato in lacrime la moglie. "Ma lui era caldissimo. Non mi rispondeva. Ci aveva lasciati. L'unica cosa è che non l'ho visto soffrire".
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