31 Marzo 2022
Marco Cappato, in occasione della presentazione del libro "L'ABC per vivere bene", a Il Giornale d'Italia:
"Credo che per vivere bene sia importante mettere d’accordo le varie cose che ci capitano, almeno per quanto possiamo, perché molto sfugge dalla nostra possibilità di controllo. É importante cercare un’armonia tra emozioni, passioni e sentimenti, corpo e le sue esigenze, idee e convinzioni. Non si può avere sempre una coerenza perfetta che ci farebbe impazzire di fronte alle sorprese della vita, però cercare una nostra volontà, una nostra strada e rispettare rigorosamente la nostra libertà e quella altrui credo sia una premessa fondamentale, che Adriano Teso spiega senza presunzione e con parole semplici in questo libro".
"Il morire fa parte della vita, ma questo era nella saggezza degli antichi. É inutile caricare di senso di tragedia la morte: ovviamente lo è, ma il meglio che possiamo trarre dalla nostra esperienza di vita è garantirci anche nel processo del morire la non sofferenza e la libertà di scelta. Questo è il motivo per cui abbiamo Adriano al nostro fianco nella battaglia per la libera e responsabile autodeterminazione individuale. Ognuno di fronte alla sofferenza e alla malattia reagisce in modo diverso, l’importante è che non ci sia un potere arbitrario che impone la stessa scelta tutti".
A proposito del referendum sull'eutanasia, Marco Cappato afferma:
"Il Parlamento sta esaminando un testo di legge, non ho particolare fiducia, ma spero di sbagliarmi e mi auguro che possa passare una buona legge. In caso contrario, penso che ricorreremo agli strumenti che abbiamo utilizzato finora, ossia l’aiuto diretto ai malati e se necessario affronteremo nuovi procedimenti giudiziari con azioni di disobbedienza civile. Con il referendum ci saremmo arrivati tra un paio di mesi, ma ci arriveremo lo stesso perché nell'opinione pubblica ormai è consolidata la consapevolezza dell’importanza di non dovere subire una sofferenza insopportabile contro la nostra volontà. L’opinione pubblica è pronta, la politica un po' meno, ma ci arriveremo".
"La risposta dei giovani al referendum è stata straordinaria, abbiamo raccolto 1.240.000 firme, ai tavoli tantissimi che organizzavano raccolte erano ragazze ragazzi giovanissimi in tutte le province italiane, perché penso che oggi un giovane sia meno impigliato da un’impostazione ideologica. Alla domanda banalissima "Perché non devo essere io a poter scegliere?", mentre noi un po' più anziani abbiamo retaggi e impostazioni culturali che ci fanno essere prudenti, tra i giovani c’è un istinto a volere capire le cose semplici, quindi c’è stata un’enorme risposta".
"Il referendum sull'eutanasia è fallito perché i poteri da una parte dall’altra del Tevere non avevano piacere. Tra due mesi noi cittadini saremmo arrivati a potere decidere sull’eutanasia legale e sulla cannabis, vere e proprie rivoluzioni dei costumi. Saremmo stati il primo paese nel mondo occidentale a decidere su questi temi con un referendum: evidentemente qualcuno ha avuto paura di troppa libertà di scelta politicamente concessa al popolo italiano e si è messo di traverso. I giudici della Corte costituzionale sono 15, quello che ci ha messo la faccia contro il referendum è stato il presidente Giuliano Amato e devo dire non è un caso. Penso che un presidente clericale, proibizionista non avrebbe avuto il coraggio di cancellare uno strumento democratico come invece il laico progressista a parole, Giuliano Amato, ha invece avuto il coraggio di fare. Il danno purtroppo non l’ha fatto o alla campagna sull’eutanasia e sulla cannabis - che andranno avanti e che otterranno risultati mettendoci più tempo - ma l'ha fatto alla democrazia nel nostro Paese. Sarebbe stato importantissimo che dopo due anni di pandemia, costrizioni e chiusure, avessimo finalmente avuto la possibilità di confrontarci su un tema concreto e non sulle fumisterie ideologiche dei partiti. La Corte Costituzionale di Giuliano Amato ce lo ha impedito".
"Dobbiamo dare tutto il sostegno all'Ucraina di Zelensky per resistere all'aggressore e criminale di guerra Putin, senza alimentare rischi di escalation nucleare. Non dobbiamo farlo per compassione e solidarietà nei confronti dell’Ucraina, ma per difendere la nostra libertà e i nostri diritti. Oggi è indispensabile aprire le porte dell’Europa all’Ucraina.
"La resistenza passa attraverso le armi quando si è contro un esercito che ha già usato le armi. Certo, il non violento deve costruire per il futuro degli strumenti di resistenza non violenta alle guerre, ma iniziando da oggi. É chiaro che di fronte a Mariupol bombardata, Kiev assediata, villaggi distrutti, violenze e crimini di guerra, sarebbe veramente ingenuo e irresponsabile dire non vi aiutiamo con le armi. Nella saggezza popolare se noi vediamo una persona che viene aggredita magari accoltellata per strada, siamo d’accordo che il poliziotto che interviene per fermarlo o la legittima difesa possa essere armata, quindi perché non accoglierlo con un popolo? Questo non significa essere militaristi, ma significa semplicemente scegliere tra l’aggressore e l’aggredito".
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