21 Novembre 2023
Meloni e von der Leyen, fonte: imagoeconomica
La Commissione Europea si esprime sulla manovra 2024 dell'Italia e non solo. La legge di bilancio del governo Meloni è rimandata e viene definita "non pienamente in linea" con le raccomandazioni del Consiglio. È un sì con riserva. Bruxelles contesta all'Italia il fatto che, per sostenere la riduzione del deficit, non abbia usato nella Legge di Bilancio i risparmi provenienti dal taglio delle misure a sostegno del caro energia. Inoltre, spiega che gli interventi fiscali nella manovra italiana hanno una portata "limitata" e non affrontano l'erosione della base imponibile. Così Paolo Gentiloni: "Non si tratta di una bocciatura alla Legge di Bilancio italiana, ma solo un invito alla prudenza di bilancio e a usare al meglio le risorse comuni europee".
Per la manovra italiana 2024 arriva un sì con riserva dalla Commissione Europea. Nessuna bocciatura ma Bruxelles non è convinta del reale andamento della spesa pubblica italiana e chiede a Roma di rimettere in careggiata i conti pubblici. L’esecutivo europeo invita pertanto l’Italia a "tenersi pronta ad adottare le misure necessarie nell’ambito del processo di bilancio nazionale per garantire che la politica fiscale nel 2024 sia in linea con la raccomandazione".
Nel mirino dell'Europa ci sono il cuneo fiscale e le pensioni. E l'Italia ora rischia la procedura d’infrazione per “squilibri macroeconomici eccessivi”. Una spesa primaria netta del 2023 più alta rispetto alle previsioni, il mancato utilizzato dei risparmi dall’eliminazione di sostegno per l’energia (1% del Pil) per ridurre il deficit e la portata limitata degli effetti dal taglio della tassazione sul lavoro. Questi gli elementi che hanno portato la Commissione europea a giudicare il Documento programmatico di bilancio dell’Italia "non pienamente in linea con la raccomandazione del Consiglio del 14 luglio 2023".
L'Italia per sua fortuna non è l'unica sotto la lente d'ingrandimento del'Ue, anzi. Anche alcuni Paesi ortodossi come la Germania e l'Olanda hanno subito il medesimo verdetto. Austria, Lussemburgo, Lettonia, Malta, Portogallo e Slovacchia, sono gli altri.
Ma la notizia più grande arriva dalla bocciatura della Francia, anch'essa "non in linea" con le linee guida della Commissione. Assieme all'Eliseo anche Belgio, Finlandia e Croazia. Sono stati promossi in sette: Cipro, Estonia, Grecia, Spagna, Irlanda, Slovenia e Lituania.
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