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Private equity italiano in crescita del 16%; tra gennaio e luglio sono stati realizzati 282 investimenti

Il private equity italiano ha registrando a luglio 53 deal, il 13% in più rispetto allo stesso periodo del 2024; i dati provengono dall’Osservatorio Pem di Liuc Business School, sviluppato in collaborazione con Aifi

27 Agosto 2025

Private equity italiano in crescita  del 16%; tra gennaio e luglio sono stati realizzati 282 investimenti

Il private equity italiano è cresciuto del 16% registrando a luglio 53 deal, il 13% in più rispetto allo stesso periodo del 2024. Tra gennaio e luglio sono stati realizzati 282 investimenti.

I dati provengono dall’Osservatorio Pem di Liuc Business School, sviluppato in collaborazione con Aifi e con il contributo di Advant Nctm, Deloitte, Di Luccia & Partners, Equita, Equity Factory, Fondo Italiano d’Investimento sgr, Riello Investimenti sgr e Valori Asset Management.

Il report segnala nel mese di luglio, che si è distinto come il miglior negli ultimi tre anni, le operazioni di maggior rilievo: l'OPA su Banca Sistema lanciata da Banca CF+ (controllata dal fondo Elliott Investment Management), operazione non finalizzata al delisting del titolo da Borsa Italiana; il deal per la cessione del club AC Monza da parte di Fininvest al fondo statunitense Beckett Layne Ventures.

Le parole di Domenico di Luccia

Domenico Di Luccia, Managing Partner di Di Luccia & Partners, ha affermato: "Il trend positivo che emerge dai dati Pem riflette non solo la vivacità degli investitori, ma anche la crescente domanda di competenze manageriali capaci di accompagnare i piani di crescita e di buy-and build. Nel private equity il ruolo dei leader diventa determinante: la capacità di selezionare e attrarre figure con esperienza industriale e visione strategica è oggi una leva fondamentale per trasformare il capitale investito in valore reale e sostenibile".

L'analisi degli investimenti

L'analisi delle operazioni concluse nel mese evidenzia una forte presenza di investitori internazionali, protagonisti del 53% dei deal complessivi.

Per quanto riguarda gli investimenti, i buy-out hanno rappresentato la quota maggiore con il 79%, mentre gli add-on (aggregazioni aziendali) si sono attestati al 58%

La mappatura geografica delle operazioni mostra che più di un deal su tre (38%) ha avuto luogo in Lombardia; la seconda regione è il Veneto con il 19%. Dal punto di vista settoriale, i comparti dei prodotti industriali e dei servizi terziari hanno assorbito il 45% delle operazioni. Segue il settore ICT

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