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PwC, Private Equity in Italia: crescita di ricavi e occupazione nelle aziende; Giordano: "Le aziende in portafoglio contribuiscono al tessuto economico"

Le società finanziate da private equity hanno registrato tassi di crescita dell'EBITDA superiori al 7%, superando il benchmark di mercato con un vantaggio di oltre 4%, confermando la capacità del private equity di generare performance superiori a lungo termine

13 Maggio 2025

PwC, Private Equity in Italia: crescita di ricavi e occupazione nelle aziende; Giordano: "Le aziende in portafoglio contribuiscono al tessuto economico"

PwC, Private Equity in Italia: crescita di ricavi e occupazione nelle aziende; Giordano: "Le aziende in portafoglio contribuiscono al tessuto economico". L’indagine condotta da PwC Italia sugli ultimi risultati finanziari pubblicamente disponibili (bilanci 2023) delle società sostenute da Private Equity mostra come i tassi di crescita di fatturato e occupazione siano aumentati vertiginosamente e abbiano raggiunto i livelli più alti degli ultimi 5 anni, fornendo una chiara prova della forte capacità del private equity di generare performance superiori nelle società in portafoglio, superando gli indicatori benchmark del mercato italiano.

La crescita dei ricavi delle società gestite da fondi di Private Equity è stata superiore a quella del PIL italiano (+5,7%): il CAGR% medio delle società partecipate dai fondi è infatti cresciuto all’8,7% (dal 7,5% registrato nel 2022). Sia le società finanziate da Private Equity che il benchmark hanno registrato una solida crescita del fatturato, con il private equity che ha mantenuto costantemente un vantaggio positivo di circa +5 punti percentuali.

La redditività delle società finanziate da PE è salita al 7,1% in termini di tasso di crescita dell'EBITDA (CAGR), rispetto al 6,6% del 2022, a conferma che i PE continuano a convertire lo slancio dei ricavi in ​​margini sempre più solidi.

Le società finanziate da private equity hanno raggiunto infatti tassi di crescita dell'EBITDA superiori al 7% (+0,5 punti percentuali rispetto all'anno precedente), rafforzando il loro vantaggio in termini di redditività rispetto al benchmark. Nonostante un aumento di 1 punto percentuale rispetto al 2022, trainato dall'allentamento dei costi delle materie prime dopo i picchi inflazionistici, il benchmark di mercato ha raggiunto solo il 2,5%. Ciò lascia un divario di redditività di oltre il 4% rispetto alle società finanziate da private equity, a dimostrazione del fatto che gli strumenti di creazione di valore del private equity alimentano una sovraperformance attraverso leve operative durature.

Nel periodo analizzato (2013-2023), le società finanziate da buy-out hanno costantemente superato il benchmark, mostrando un CAGR medio più elevato sia in termini di fatturato (+4,4 punti percentuali) sia di EBITDA (+1,6 punti percentuali). Le società finanziate da Venture Capital hanno mostrato un trend ancora più significativo, con una crescita del fatturato e dell'EBITDA superiore al benchmark di +9,2 punti percentuali e +10,3 punti percentuali.

Occupazione

La crescita record dell'occupazione nel corso dei diversi anni dimostra l'eccellenza operativa del private equity nel creare una forza lavoro più forte rispetto ai concorrenti del mercato.

Il private equity ha creato circa 41.000 nuovi posti di lavoro negli ultimi cinque anni (campioni analizzati) (n. 199 aziende analizzate), con un trend in crescita nel periodo 2021-2023, sia per quanto riguarda la forza lavoro che l'indice manageriale.

 L'occupazione è cresciuta a un CAGR positivo durante il periodo di detenzione, raggiungendo il picco nel 2023 con un tasso di crescita dell'11,8%, in aumento rispetto al 5,2% del 2020. Questa forte tendenza al rialzo sottolinea l'impegno del private equity nell'espansione della forza lavoro all'interno delle società in portafoglio.

Gli investimenti dei private equity hanno inoltre determinato un impatto positivo sul management delle società in portafoglio, che è aumentato con un CAGR positivo durante il periodo di detenzione: il numero di manager è cresciuto del 5,3% nel campione del 2021, del 10,7% nel 2022, raggiungendo il 13% nel 2023.

Distribuzione Regionale

Le transazioni di Private Equity continuano a essere effettuate nel Nord Italia (77% del totale), con la Lombardia che al 1° posto per numero di operazioni (41% del totale) anche nel 2023.

Retail & consumer e prodotti industriali sono i principali settori coinvolti nelle operazioni di Private Equity, con una percentuale media rispettivamente del 35% e del 28% del totale delle transazioni negli ultimi cinque anni. Si confermano attrattivi il settore ICT, con una media del 15% delle società di PE in portafoglio, la sanità (10%), e la chimica (5%).

Politiche ESG

Circa un terzo delle società finanziate da PE analizzate ha iniziato a pubblicare report di sostenibilità dopo l'investimento in PE. Una sintesi dei principali KPI ESG mostra alcuni spunti promettenti: i) nell'ambito degli aspetti sociali, l'equilibrio di genere ha mostrato un trend in crescita più chiaro (+3% nel periodo 2019-2023) e ii) l'intensità delle emissioni di CO2 è diminuita del 28%, con un trend decrescente concentrato principalmente nel periodo 2021-2023.

Il trend di riduzione delle emissioni di CO2 è supportato da una quota crescente di fonti rinnovabili (+9% nel periodo 2020-2023) e da una tendenza al calo dell'intensità energetica (-15% nel periodo 2020-2023). La quota di elettricità da fonti rinnovabili utilizzata dalle aziende finanziate da PE nel 2023 (66%) è superiore del 20% rispetto alla media dell'elettricità generata da fonti rinnovabili in Italia nel 2023 (46%), a dimostrazione dell'impegno di PE verso l'efficienza energetica e la decarbonizzazione.

Le parole di Francesco Giordano

Francesco Giordano, Private Equity Leader di PwC Italia, spiega "Dallo studio emerge chiaramente un costante contribuito da parte delle aziende possedute da operatori di private equity alla crescita del nostro tessuto economico. Va sottolineato che oltre a far crescere i ricavi con conseguente aumento degli occupati ed a renderle più profittevoli, spesso gli operatori innescano circoli virtuosi con processi di aggregazione della filiera, managerializzazione e internazionalizzazione di queste aziende che in un contesto di mercato sempre più competitivo e difficile da prevedere sono spesso l'unica ricetta per il successo".

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