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Generali Asset Management, commento di Mauro Valle, Head of Fixed Income : "Tassi USA scendono ma l'incertezza geopolitica aumenta, previste tre riduzioni entro fine anno"

Mauro Valle commenta l'evoluzione dei tassi USA e la politica protezionistica di Trump: "L'inflazione e il rallentamento economico sono fattori determinanti per le mosse future della FED, in Europa, il piano fiscale tedesco stimola la crescita ma porta incertezze sul debito"

12 Marzo 2025

Generali Asset Management, commento di Mauro Valle, Head of Fixed Income : "Tassi USA scendono ma l'incertezza geopolitica aumenta, previste tre riduzioni entro fine anno"

Il commento di Mauro Valle, Head of Fixed Income di Generali Asset Management, sui Bond Governativi USA ed Europa:

"Da metà gennaio i tassi USA sono scesi di circa 60 bps, tornando in area 4.2% cioè i livelli che si osservavano a inizio novembre. La discesa è stata più sensibile da metà febbraio in poi, cioè da quando Trump ha cominciato ad annunciare e poi rinviare o modificare i dazi verso Canada, Messico e Cina nonché preannunciare quelli verso l’Europa. Questa politica protezionistica ha aumentato l’incertezza degli investitori. che non sono in grado di valutarne l’impatto in termini di crescita economica e di inflazione. Negli ultimi giorni si sono accentuati i timori che il rallentamento economico possa essere sensibile, dopo trimestri di crescita economica sostenuta. Nelle ultime settimane i mercati sono passati da un Trump trade (tassi e mercati rialzo, con elevata spesa pubblica e basso impatto delle tariffe) a uno scenario opposto in cui Trump sta modificando lo scenario geopolitico, potrebbe implementare con decisione la politica protezionistica e sta tagliando le spese statali.

I mercati hanno riprezzato il rischio di recessione americana, facendo scendere i tassi e anche i risky assets, e anche le aspettative riguardo le prossime mosse della FED sono di nuovo cambiate: adesso il mercato si aspetta tre tagli entro la fine dell’anno. Nei prossimi giorni l'attenzione sarà rivolta ai dati sull'inflazione americana e per adesso non ci si può aspettare alcun segno di allentamento delle pressioni inflazionistiche. L'andamento dei tassi USA dipenderà quindi dai rischi crescenti di rallentamento economico, dal futuro livello di inflazione e dalle notizie sulle decisioni sui dazi; dato l'elevato livello di incertezza continuiamo ad avere una visione neutrale riguardo ai tassi USA.

L’annuncio da parte dei due principali partiti tedeschi di un massiccio programma fiscale di spesa per infrastrutture e difesa ha innescato una salita di 40 bps in 2 giorni dei tassi bund, che sono passati dal 2.5% al 2.9%. Il mercato ha riprezzato questo storico cambio di paradigma da parte della Germania: il piano, in base e a quanto annunciato, implica una spesa di circa 1.5% del Pil (60 mld) all’anno per la difesa e 500 mld in 10 anni per le infrastrutture. In termini fiscali significa un deficit più alto nei prossimi anni e un trend del rapporto debito -Pil al rialzo. Per contro questo piano sarà sicuramente di stimolo per la crescita economica tedesca nel prossimo futuro. Al netto di considerazioni su cosa sarà di preciso approvato nelle prossime settimane e delle tempistiche per l’implementazione, la Germania sembra avere la capacità per sostenere un simile stimolo fiscale senza compromettere per adesso lo status di paese AAA. Le prospettive per i tassi bund non sono facili da decifrare al momento visto che la net supply è destinata inevitabilmente ad aumentare, a cui si devono aggiungere le incertezze derivanti dalla politica protezionistica dell’amministrazione Trump. Non si sa ancora quali saranno i dazi applicati all’Europa e se gli impatti saranno maggiori sul lato dell’inflazione piuttosto che su quelli della crescita.

In questo contesto la BCE ha tagliato di 25 bps il tasso ufficiale, portandolo al 2.5%, ma quale sarà il livello finale di arrivo della politica monetaria è adesso più incerto. La Lagarde ha dichiarato che la BCE è data dependent, considerato l’elevato livello di incertezza in un contesto in cui i tassi sono definiti “significativamente meno restrittivi” (ma dopo i movimenti dei tassi di questi giorni il tasso reale tedesco è arrivato ai massimi degli ultimi 10 anni).

Gli spread dei titoli francesi e italiani sono rimasti stabili in questi giorni, in quanto lo stimolo fiscale tedesco sarà positivo anche per la crescita di questi paesi. E la maggior spesa fiscale tedesca invertirà il trend divergente delle politiche fiscali tra paesi. Al momento difficile dire se il tasso bund vicino al 3% è un livello dove stare ancora difensivi o se piuttosto si tratta di una opportunità di acquisto, ma la view positiva sui titoli periferici per adesso viene confermata."

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