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News Corp, siglato accordo con OpenAI da $250 mln per accesso agli archivi di Wall Street Journal, New York Post, The Times e The Sun

Da un lato l'accordo da $250M tra la società di ChatGpt e News Corp., dall'altro il New York Times intraprende azione legale contro la Al

24 Maggio 2024

News Corp, siglato accordo con OpenAI da $250 mln per accesso agli archivi di Wall Street Journal, New York Post, The Times e The Sun

Sam Altman CEO OpenAI

La News Corp., uno dei primi quattro conglomerati mediatici degli Stati Uniti e del mondo che include testate come Wall Street Journal, New York Post, The Times e The Sun, si è unito a OpenAI con un accordo da 250 milioni di dollari.

Collaborare con ChatGPT oppure opporsi? Oggi gli editori si trovano di fronte ad una decisone cruciale ovvero, quale alterativa adottare per stabilire i rapporti con Open AI, azienda del chatbot, e con altre società che sviluppano modelli di intelligenza artificiale. Di recente, sembra che la strada della negoziazione abbia prevalso con quest’ultima operazione della News Corp. ma anche con l’avvicinamento all’intelligenza artificiale di altri importanti attori dell’editoria globale, da Le Monde al Financial Times, da Axel Springer all'Associated Press i quali, hanno optato per stipulare accordi per consentire a ChatGPT di utilizzare i loro contenuti a pagamento. 

Nel caso di News Corp., questo accordo potrebbe portare oltre 250 milioni di dollari in cassa nei prossimi cinque anni. In cambio, OpenAI otterrà accesso agli articoli e agli archivi del Wall Street Journal e delle altre testate del gruppo, da cui potrà estrarre materiale per generare risposte alle domande degli utenti. Robert Thomson, CEO di News Corp., ha commentato che questo accordo riconosce il valore del giornalismo di qualità. Tuttavia, considerando che coinvolge il principale giornale finanziario al mondo, è importante tenere presente l'avvertimento della BCE della settimana scorsa sul potenziale rischio che l'ampia adozione dell'AI potrebbe comportare, spingendo gli operatori finanziari verso un comportamento gregario e aumentando le correlazioni di mercato.

I dettagli finanziari degli altri accordi non sono stati resi pubblici, ma ci sono alcune indiscrezioni in circolazione. Secondo Bloomberg, il patto con Axel Springer prevederebbe il pagamento di diverse decine di milioni di euro. In generale, si dice che le offerte di OpenAI partano da una somma base compresa tra 1 e 5 milioni di dollari per una licenza annuale. Alcune aziende sembrano essere più generose, con Apple che potrebbe essere disposta a pagare fino a 50 milioni, secondo il New York Times. Tuttavia, lo stesso New York Times ha intrapreso azioni legali contro OpenAI e Microsoft, sostenendo che il chatbot di Sam Altman utilizzi i suoi articoli per addestrarsi e generare risposte, creando così contenuti che competono direttamente con il NYT stesso e danneggiandolo. Il processo è in corso a New York, e il suo esito potrebbe influenzare le decisioni future, ma nel frattempo sempre più editori si stanno unendo a OpenAI.

In Italia, al momento, nessun gruppo editoriale ha annunciato pubblicamente di aver raggiunto un accordo con OpenAI. Tuttavia, la Commissione sull'Intelligenza Artificiale nel mondo dell'informazione, guidata precedentemente da padre Paolo Benanti, ha raccomandato di sviluppare schemi contrattuali di licenza, anche collettivi, per consentire agli editori di regolare i loro rapporti con le società di AI. Allo stesso tempo, la Commissione ha suggerito al governo di introdurre l'obbligo per chi allena modelli come ChatGPT di tenere un registro dei contenuti coperti da copyright utilizzati nell'addestramento dell'AI.

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