21 Gennaio 2024
Facebook @Marcella Fent
L'iconica agenda Smemoranda, da decenni compagna di studio e di vita di generazioni di studenti italiani, sta scomparendo dagli scaffali dei negozi. L'omonimo gruppo finanziario, proprietario del marchio, ha dichiarato fallimento nel marzo 2023, e l'asta recentemente tenutasi per rilevare i diritti del marchio è risultata deserta, anche se ne dovrebbe essere prevista un'altra nei prossimi mesi. Questo evento segna un momento cruciale nella storia di un oggetto che ha rappresentato non solo uno strumento di organizzazione dello studio, ma un vero e proprio simbolo generazionale.
La Smemoranda, fondata nel 1979 dai noti scrittori Gino e Michele, è stata un'icona capace di coniugare le battaglie del movimento studentesco con le voci di intellettuali, artisti e personaggi di spicco dell'epoca. Personalità come Claudio Bisio, Luciano Ligabue, Piero Pelù e Jovanotti hanno contribuito al successo di questa agenda, trasformandola in uno spazio personale da riempire con adesivi, graffette e ricordi, anticipando in qualche modo l'era dei social network.
Nonostante il suo passato glorioso, la Smemoranda ha attraversato un periodo di profonda crisi, accentuato dagli anni della pandemia da Covid-19 e dalla transizione alla didattica a distanza. La concorrenza, la crisi delle cartolerie tradizionali a vantaggio della grande distribuzione e dell'e-commerce, insieme al predominio del digitale e all'introduzione di diari d'istituto obbligatori nelle scuole, hanno contribuito al declino inarrestabile del marchio.
Giochi preziosi aveva tentato un'ultima mossa di salvataggio, prendendo in affitto il marchio Smemoranda per un anno e assumendosi le spese di produzione e distribuzione dell'agenda. Tuttavia, la mancata vendita all'asta dei diritti del marchio rappresenta, almeno per ora, la fine di un'epoca. Nonostante ciò, non è detta ancora l'ultima parola. Infatti sono persistenti le indiscrezioni che suggeriscono la possibilità di una seconda asta nei prossimi mesi, lasciando aperta la speranza che l'agenda possa vivere una nuova vita.
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