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Cimbri (Bper): "Saremo una grande banca, un nuovo corso per la
crescita; nel progetto non rientra Mps"

Il presidente di Unipol e UnipolSai Carlo Cimbri: "Il vertice di Bper? Ogni stagione richiede i suoi protagonisti"

13 Novembre 2023

Carlo Cimbri

fonte: Imagoeconomica

I conti dei nove mesi di Unipol? Scontano "l’impatto delle catastrofi naturali" ma registrano anche "il miglioramento della reddittività del segmento auto". Bper? Deve "diventare una grande banca" e perché ciò avvenga si valuteranno gli interpreti più adeguati per la prossima fase. Popolare di Sondrio? Ha "radici comuni" con Bper ma vive un momento "storico differente". Mps? Non è nei radar. Carlo Cimbri, presidente di Unipol e di UnipolSai, in questo colloquio con il Sole 24 Ore, affronta tutti i temi chiave sul tavolo del gruppo di Bologna: dal periodo complesso che sta vivendo il comparto assicurativo ai piani per il settore bancario. Con un punto fermo: i target di piano verranno rispettati.

Guardando ai risultati si vede nettamente il conto “salato” delle catastrofi naturali

A livello di catastrofi naturali è stato un anno totalmente anomalo per l’Italia che ha dovuto fare i conti con una molteplicità di eventi avversi legati al cambiamento climatico: prima l’alluvione in Emilia Romagna, poi le tempeste di grandine e vento, le esondazioni che hanno colpito prevalentemente decine di province del Nord Est, ora la Toscana. Certo il costo dei sinistri è in crescita da diverso tempo, soprattutto se paragonato a quello di sette o otto anni fa, ma quanto è avvenuto negli ultimi mesi è indubbiamente fuori scala e avrà delle conseguenze. A mio avviso tutto ciò porterà il settore a rivedere le politiche di assunzione del rischio a copertura di questi fenomeni soprattutto nelle aree più esposte.

Tutto questo avrà un impatto sui target di gruppo?

La politica prudente in tema di selezione dei rischi e di riservazione degli anni scorsi, la qualità e l’efficacia della gestione vita e finanza, le positive performance delle attività diversificate, tra l’altro quest’anno avremo utili significativi anche dal comparto alberghiero, ci permettono di traguardare risultati stabili e confermare gli obiettivi del piano industriale.

La decisione del governo di rendere obbligatorie le polizze catastrofali per le imprese è un segnale positivo per voi

Penso sia un primo passo importante per cominciare a redistribuire il costo degli eventi catastrofali che diventa sempre più rilevante. Dico un primo passo perché secondo un principio di maggiore equità sociale sarebbe corretto che tutti i possessori di edifici, imprese e privati, fossero chiamati ad assicurarsi. Parte delle imposte vanno a finanziare la ricostruzione. Lo Stato infatti interviene grazie alle tasse sul reddito che versano tutti, anche se non sono proprietari di immobili. Per questo estendere l’assicurazione a tutti i possessori di edifici garantirebbe a mio avviso maggior equità.

Altro tema centrale del Danni è il segmento auto che ha scontato particolarmente la pressione inflattiva

L’auto è un work in progress. Dopo dieci anni in cui i prezzi hanno segnato cali compresi tra il 20 e il 30% è chiaro che il nuovo scenario inflattivo ha costretto a rivedere le tariffe. Questo sta avvenendo ancora, è un aggiustamento costante. Il lavoro non è ancora completato, i dati di frequenza dei sinistri sono però buoni. Possiamo quindi dire che l’auto è incanalata lungo un percorso virtuoso che auspichiamo si esplicherà pienamente l’anno prossimo.

Come sta rispondendo il modello degli Ecosistemi al nuovo contesto?

Nell’ambito degli Ecosistemi stiamo portando avanti diverse iniziative che hanno un grado di maturazione differente. In termini dimensionali la nostra attività di noleggio a lungo termine sta registrando uno sviluppo molto importante: nei nove mesi UnipolRental ha superato i 400 milioni di fatturato, segno che intercettiamo una domanda che c’è effettivamente. Parallelamente vanno avanti anche altri progetti ai quali lavoriamo con fiducia. Nel welfare per esempio Centri medici Santagostino sta integrando le realtà che sperimentalmente avevamo aperto come gruppo. Il sistema sanitario fa sempre più fatica ad erogare tempestivamente determinate prestazioni, come nella diagnostica e negli esami specialistici. Ecco, con i nostri poliambulatori pensiamo di poter intercettare un bisogno sempre più pressante e conseguentemente stiamo supportando lo sviluppo di nuovi centri medici.

Per restare in tema, Unisalute ha registrato un balzo delle polizze del 37% nei primi nove mesi

L’esperienza degli anni del Covid ha aumentato significativamente quella che è l’attenzione dei cittadini per le coperture sanitarie. Come emerge dal rapporto Welfare Italia nel Paese cresce l’età media della popolazione, complice anche il fenomeno dell’inverno demografico, naturale dunque che aumentino le necessità sanitarie. Oggi su 170 miliardi di spese sanitaria complessiva circa 40 miliardi vengono pagati direttamente dalle famiglie. C’è un urgente bisogno di allargare le coperture e questo avviene sempre di più all’interno dei contratti di lavoro, che contemplano integrativi a livello di welfare, ma anche con polizze individuali. E noi siamo il primo operatore in Italia in questo segmento.

Un ultimo passaggio sui conti, il mercato è a caccia di conferme sul dividendo

E Unipol è da molti anni tra le prede più ambite in tal senso. Una recente analisi di Boston Consulting mette in luce come negli ultimi cinque anni Unipol sia tra le realtà che ha dato maggiori soddisfazioni ai propri azionisti in termini di Total Shareholder Return. Rispetto a una media del settore a livello mondiale del 4% noi abbiamo garantito l’11%. Il nostro management ha l’obiettivo di produrre i risultati promessi e abbiamo sempre avuto a cuore la remunerazione degli azionisti. Stiamo creando le condizioni per poterli distribuire anche in questo contesto. Per altro la Solvency è molto solida; è al 218% per Unipol e al 303% per UnipolSai. Ci sono tutte le condizioni.

Unipol non è solo polizze, è ormai una realtà di peso anche nel mondo bancario, a partire dall’investimento in Bper

Bper beneficia come tutto il settore bancario di una congiuntura particolarmente favorevole, il margine di interesse è molto robusto per effetto dell’incremento dei tassi e dell’allargamento della forbice fra tassi attivi e passivi. Nei 9 mesi ha registrato oltre 1 miliardo di risultato netto. E questo si riflette anche nell’apprezzamento che sta dimostrando il mercato. Il mio approccio, prudente, consiglia che negli anni buoni si metta fieno in cascina per affrontare gli anni più complessi. Questo raccomandiamo alla banca. La valutazione su quanto fatto dal management è positiva ma il lavoro industriale, per quanto fin qui efficace, non è ancora completato. Dopo Ubi e Carige, Bper è diventata una banca grande, ora si deve trasformare in una grande banca.

Cosa intende?

È un tema di mentalità. Deve avere la consapevolezza che non è più una banca regionale ma una banca nazionale e deve fronteggiare i competitor senza alcuna sudditanza psicologica perché fa parte di un network che non ha eguali in Italia per forza e diversificazione. Deve combattere la burocrazia, snellire i processi, qualificare la propria presenza nelle aree core, innovare nei prodotti, spingere sulla digitalizzazione di una serie di attività. Ci sono tante cose da fare.

Una nuova fase dunque, ma con lo stesso management?

Bper ha costruito un gruppo dirigente di alto livello che supportiamo con fiducia. Poi per quanto riguarda il timoniere valuteremo alla fine del percorso attuale. Ogni stagione richiede gli interpreti più adeguati.

Siete saliti al 20% anche in Sondrio, l’ipotesi Bper-Sondrio a che stadio è?

Bper e Sondrio sono due realtà con radici comuni ma che vivono fasi storiche diverse. Bper si è trasformata in poco tempo da banca regionale in banca nazionale ed è un cantiere in lavorazione. Sondrio è una bella realtà, consolidata, con un mercato di riferimento prevalentemente locale. L’interesse di Unipol è che i nostri investimenti si valorizzino e che contemporaneamente si vendano i nostri prodotti. Gli accordi funzionano ma si può fare di più e meglio perché i prodotti assicurativi diventino parte integrante della cultura bancaria. Il nostro ruolo è di supportare queste banche per favorire una efficace distribuzione di polizze sia nel vita che nel danni. Qualsiasi altro tema che riguarda aspetti aggregativi è una questione che non si pone.

Bper viene però spesso chiamata in causa anche per Mps

Noi come azionisti di Bper pensiamo che la Banca abbia già tanta carne al fuoco da digerire, consolidare e da far diventare redditizia. Dal nostro punto di vista deve restare totalmente focalizzata su quello che ha già e su come diventare una grande banca di questo Paese. Quanto a Mps, come osservatore posso dire che l’amministratore delegato sta facendo un lavoro importante e di questo gli va dato merito. Bper però è assolutamente impegnata in altro e non penso possa essere un interlocutore.

Fonte: Il Sole 24 Ore

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