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Ariston Holding, nel I° semestre 2023 utile netto a € 101,9 mln (+53,7%), ricavi netti a € 1,5 mld (+34,5%)

Risultati finanziari del I° semestre 2023: il principale motore di crescita è stata la forte domanda di pompe di calore per riscaldamento in Germania e alcuni mercati vicini, di cui il Gruppo ha beneficiato attraverso il brand Elco, e grazie all’attività della neo-acquisita Wolf-Brink

03 Agosto 2023

Ariston Holding, nel I° semestre 2023 utile netto a € 101,9 mln (+53,7%), ricavi netti a € 1,5 mld (+34,5%)

Il Consiglio di Amministrazione di Ariston Holding N.V. ha approvato il bilancio semestrale consolidato al 30 giugno 2023.

RISULTATI CONSOLIDATI DEL PRIMO SEMESTRE 2023

I Ricavi Netti ammontano a 1.525,6 milioni di euro, in crescita del 34,5% rispetto ai 1.134,5 milioni di euro conseguiti nel primo semestre del 2022.

Ancora una volta, il principale motore di crescita è stata la forte domanda di pompe di calore per riscaldamento in Germania e alcuni mercati vicini, di cui il Gruppo ha beneficiato attraverso il brand Elco, e grazie all’attività della neo-acquisita Wolf-Brink. Per contro la crescita organica non è stata significativa a causa  della domanda complessivamente debole in altri mercati europei e in particolare in Italia (in conseguenza di modifiche legislative sull’applicazione degli incentivi).

L’effetto dei cambi di valuta è divenuto negativo nel secondo trimestre attestandosi a un -0,5% per l’intero semestre, mentre il consolidamento (per l’intero periodo) del business di Wolf-Brink, acquisita in gennaio, ha rappresentato un’aggiunta del 35,6%. Per una migliore valutazione dei trend di mercato sottostanti, è utile notare che la crescita pro forma (includendo Wolf-Brink anche nel dato comparabile al 30/6/2022) è stata del 5,2%.

L’EBITDA si è attestato a 202,2 milioni di euro, in crescita del 52,4% rispetto ai 132,7 milioni di euro registrati nel primo semestre 2022, mentre l’EBIT ammonta a 146,1 million euro, in crescita del 64,9% rispetto agli 88,6 milioni di euro del primo semestre 2022.

Questi margini sono inoltre presentati in forma rettificata (adjusted), più idonea per valutare l’andamento delle normali operazioni di business, con esclusione di costi o ricavi non rappresentativi; le rettifiche più significative nel periodo sono i costi direttamente collegati alle alluvioni di settembre 2022 (al netto di eventuali rimborsi assicurativi)[1], e – limitatamente all’EBIT – l’ammortamento della purchase price allocation di alcune acquisizioni effettuate in passato. 

L’EBITDA adjusted è stato pari a 206,7 milioni di euro, con una crescita del 52,6% rispetto ai 135,5 milioni di euro registrati nel primo semestre 2022, con un incremento del margine sui ricavi netti dall’11,9% al 13,5%.

L’EBIT adjusted è stato pari a 153,3 milioni di euro, in crescita del 61,9% rispetto ai 94,7 milioni di euro del primo semestre 2022. Il corrispondente margine sui ricavi netti è passato dall’8,3% al 10,1% grazie alla normalizzazione di alcuni fattori di produzione (logistica, energia, materie prime), un mix geografico favorevole, e agli aumenti di prezzo dell’anno precedente, unitamente a un’ottima performance da parte di Wolf-Brink.

L’Utile netto del semestre ammonta a 101,9 milioni di euro, una crescita del 53,7% rispetto ai 66,3 milioni di euro registrati nella prima metà del 2022. L’aliquota fiscale è passata da 23% a 25% in conseguenza del consolidamento di Wolf-Brink.

Il Free cash flow della prima metà dell’anno è stato pari a -38.8 milioni di euro, rispetto ai -62.8 milioni di euro registrati nel primo semestre 2022. Il miglioramento è associato al maggiore EBITDA, parzialmente compensato da un maggiore assorbimento in capitale circolante, maggiori investimenti, e una normalizzazione della voce “Other Changes” che nella prima metà del 2022 rifletteva un significativo incremento della valutazione Mark-to-Market di alcuni attivi di bilancio. 

L’indebitamento finanziario netto a fine periodo (calcolato secondo le linee guida ESMA 32-382-1138) passa dai 60,2 milioni di cassa netta di inizio anno a 703,3 milioni di debito netto, come conseguenza del cash flow negativo, del pagamento dividendi, e soprattutto dell’esborso collegato all’acquisizione di Wolf-Brink.

A fini comparativi, applicando il metodo di calcolo utilizzato prima dell’adozione delle linee guida ESMA, la Posizione Finanziaria Netta passa da 98,9 milioni di euro di cassa netta a 658,2 milioni di debito netto. Le principali differenze sono l’inclusione da parte dell’ESMA – tra le passività – delle opzioni Put & Call relative alle acquisizioni, e la neutralizzazione del mark-to-market positivo sui derivati.

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