13 Febbraio 2023
Giovanni Manetti
Spegne 30 candeline e lo fa nei migliori dei modi, con un record di espositori, oltre 200, la Chianti Classico Collection, nata come Anteprima del Chianti Classico nel 1993, e che segna un nuovo record di produttori partecipanti con 206 le aziende per un totale di 750 etichette in degustazione, di cui 161 Chianti Classico Riserva e 136 Gran Selezione. 34 i campioni in anteprima della vendemmia 2022. Importante novità di quest’anno è il ritorno all’apertura al pubblico per il giorno 14 febbraio, per condividere un anno da record insieme agli appassionati di questa terra e di questo vino.La Collection prevede anche alcuni momenti di approfondimento per gli operatori del settore. Si terranno infatti un ciclo di incontri con Alessandro Masnaghetti, ormai noto con l’alias Mapman per il suo ampio contributo nella mappatura dei vigneti delle più importanti zone viticole del mondo, e autore del volume di recente pubblicazione “Chianti Classico. L’Atlante dei Vigneti e delle UGA”.Sarà lui a tenere ben 11 brevi seminari su ciascuna delle Unità Geografiche Aggiuntive, il lunedì a partire dalle 15 fino alle 18 e il martedì dalle 10 alle 12:30. Il 13 febbraio alle ore 10:30 si terrà anche un focus sull’Olio DOP Chianti Classico, con un seminario dedicato, curato dal tecnico del Consorzio, l’agronomo Roberto Rappuoli. In occasione della Chianti Classico Collection non poteva infatti mancare la presenza dell’altro prodotto principe del Gallo Nero, l’Olio DOP Chianti Classico. In particolare, verrà allestito un banco di assaggio della DOP verde del Gallo Nero, dove sarà possibile degustare gli oli di trenta aziende produttrici. Per il giorno di San Valentino gli appassionati di Chianti Classico potranno vivere una vera e propria full immersion nel loro elemento preferito, grazie a una straordinaria apertura al pubblico dalle 10 alle 20 (ultimo ingresso ore 19). Riservati a loro sono la proiezione in anteprima del cortometraggio “La Leggenda del Gallo Nero” e cinque wine tour, con la guida sapiente di esperti del settore. Partner della manifestazione anche quest’anno importanti nomi dell’enogastronomia italiana, come alcuni dei migliori prodotti DOP e IGP: Pecorino Toscano DOP, Gorgonzola DOP, Parmigiano Reggiano DOP, Mozzarella di Bufala Campana DOP, Pomodoro Pachino IGP, Oliva La Bella della Dauna DOP, Aceto Balsamico di Modena IGP, Aceto Balsamico di Modena IGP, Aceto Balsamico tradizionale di Modena DOP. Lasciato alle spalle il lungo periodo segnato dalla pandemia, la denominazione del Gallo Nero continua a crescere in notorietà e valore, proseguendo il suo percorso di affermazione sui mercati internazionali. Ottima la performance delle tipologie “premium” ed in particolare della Gran Selezione. Boom di vendite in USA con un + 12% e buona tenuta di tutti gli altri mercati. Il 2022 si è chiuso infatti con un bilancio di bottiglie vendute che segna un +6% sulla media del triennio precedente. Aumentato soprattutto il valore globale della denominazione, con un fatturato totale in netta crescita, che nel 2022 ha registrato un +17% rispetto all’anno precedente e addirittura +46% rispetto al 2020 (dati Osservatorio Maxidata). Il valore della denominazione cresce su tutta la filiera, anche a partire dal prezzo delle uve e dello sfuso: la quotazione media ad ettolitro di vino Chianti Classico nel 2022è stata più alta di circa il 10% rispetto all’anno precedente, offrendo una maggiore remuneratività anche alle aziende che non imbottigliano. Per quel che riguarda il prodotto imbottigliato, si confermala tendenza alla crescita del peso - in volumi venduti e in valore - delle tipologie “premium” del Chianti Classico, Riserva e Gran Selezione. Nel 2022 le due tipologie hanno infatti rappresentato, congiuntamente, circa il 45% della produzione e il 56% del fatturato. In particolare, si evidenzia la crescita in valore del Chianti Classico Gran Selezione e del fatturato generato da questa tipologia (si veda comunicato stampa dedicato). A 8 anni dalla sua introduzione, il mercato conferma quindi il grande interesse per questa tipologia di altissima qualità, riconoscendone una netta crescita in valore. Gli USA nel 2022 hanno registrato un boom di vendite di Gallo Nero: il 37% delle bottiglie di Chianti Classico sono state infatti vendute su questo mercato contro il 33% dell’anno precedente (+12%). Complice il dollaro forte, ma anche la continua crescita in notorietà della denominazione su questo mercato. Pressoché stabile, al secondo posto, il mercato interno dove oggi viene venduto il 19% del totale dei vini Chianti Classico commercializzati. Segue il Canada al terzo posto(10%), un mercato che negli ultimi anni ci ha regalato grandi soddisfazioni e per cui il Consorzio intravede ancora ottime potenzialità di crescita. Buona anche la performance del Regno Unito che si attesta al quarto posto(7%): un paese dove il Consorzio Vino Chianti Classico continuerà ad investire anche nel 2023 con vari eventi e attività promozionali. Poi, ancora fra i mercati consolidati, ricordiamo laGermaniaal6%, un mercato che è e sarà oggetto di particolare attenzione nella strategia consortile insieme a Svezia e Francia (paesi target nell’ambito del progetto triennale MEET). Dall’indagine sulle vendite del Gallo Nero effettuata dal Consorzio, il Chianti Classico vanta una penetrazione commerciale davvero particolare; pur rimanendo infatti spiccata la concentrazione delle vendite nei suoi mercati storici (due terzi della produzione viene venduta nei primi tre mercati), i vini del Gallo Nero raggiungono anche mete insolite, al di fuori dalle normali rotte commerciali e in tutti i continenti: sono infatti distribuiti in oltre 160 paesi in tutto il mondo.
“Siamo molto soddisfatti dell’affermazione del Chianti Classico sui mercati internazionali – dichiara Giovanni Manetti, Presidente del Consorzio - e, in particolare, del trend positivo degli Stati Uniti e del Canada e della tenuta di tutti gli altri mercati storici per i vini del Gallo Nero. Da alcuni anni il Consorzio sta investendo sul potenziamento dei suoi mercati storici, anche con alcune attività innovative che ci permetteranno di avere una presenza sempre più costante e capillare nei vari paesi di riferimento”. “Molto importante per questo è il progetto delle Unità Geografiche Aggiuntive - continua Manetti - Fra i suoi obiettivi principali vi è infatti quello di rafforzare la comunicazione del binomio vino-territorio e aumentare la qualità in termini di identità e territorialità. L’attenzione alla qualità da noi non è mai mancata e per i produttori di Chianti Classico cercare di produrre vini sempre più ‘trasparenti’ ovvero capaci di esprimere sempre di più il territorio in cui sono prodotti, è di vitale importanza ed è quello che richiede sempre di più anche il mercato. L’introduzione del nome dell’Unità Geografica in etichetta servirà ad intercettare e soddisfare l’interesse di quei consumatori che, in numero sempre maggiore, desiderano approfondire la conoscenza del rapporto fra i vini del Gallo Nero e il loro territorio di origine.”
A quasi dieci anni dalla sua introduzione, il Chianti Classico Gran Selezione è più in forma che mai. Nel febbraio 2014 furono 33 i primi produttori che presentarono altrettante etichette alla stampa internazionale. Oggi i produttori che hanno nel loro portafoglio prodotti il Chianti Classico Gran Selezione sono 164, e le etichette 203: una crescita costante negli ultimi anni, a testimonianza dell’ampia adesione a questo progetto da parte della base sociale. Il 2022 è stato un anno da record per la Gran Selezione: infatti si è chiuso un segno più che positivo, con il 30% di vendite in più rispetto all’anno precedente, in un contesto di una sostanziale stabilità della denominazione. L’interesse verso questa tipologia è stato sostenuto negli anni dal lavoro del Consorzio in termini di comunicazione, scommettendo sulle potenzialità di questa tipologia come massima espressione di territorialità. Il progetto consortile della Gran Selezione andrà incontro a un’ulteriore evoluzione a breve, con l’aumento della percentuale minima di Sangiovese ammesso (da 80% a 90%), l’ammissione dei soli vitigni autoctoni come complementari e la possibilità di inserire in etichetta una delle nuove Unità Geografiche Aggiuntive. Questo passo, molto atteso dai mercati, andrà a definire maggiormente una tipologia che si è affermata via via come motore trainante della denominazione in termini di valore percepito. L’attenzione mediatica che attraggono le etichette di Gran Selezione, da anni presenti nelle riviste di settore con i punteggi più alti, ha avuto ripercussioni positive su tutti i vini Gallo Nero. Dimostrazione di questo è la crescita congiunta della Riserva, solidalmente affermatasi in percentuali sempre crescenti dall’introduzione della Gran Selezione. In termini di volumi prodotti, la Gran Selezione si attesta stabilmente al 5% della produzione totale di Chianti Classico, ma genera un fatturato del 13% sul valore totale della denominazione. Quest’ultimo dato è in crescita del 15% rispetto all’anno precedente, inserendosi in un trend di apprezzamento della tipologia già in atto nel 2019 e nel 2021.
Andando ad analizzare in dettaglio chi siano gli appassionati della punta della piramide qualitativa del Chianti Classico, si nota subito che la domanda principale è di origine statunitense (gli USA sono il primo mercato per il Gallo Nero, 37%), senza variazioni significative in termini di volumi rispetto all’anno precedente, ma con una crescita del fatturato del 18%. Un simile scenario lo offre anche la Svizzera, dove di fronte a un aumento dei volumi dell’8%, il valore del venduto è cresciuto di un terzo. Un caso a parte invece la Francia. Sono proprio i cugini d’Oltralpe ad aver incrementato la domanda del 50%, con una disponibilità di spesa generosa (136%). In sintesi, sono gli appassionati dei mercati maturi, ove negli anni il Consorzio e le aziende hanno investito con continuità, grazie anche a programmi dell’Unione Europea come il fondo OCM Vino per i paesi terzi e il regolamento 1144 per il mercato europeo. Il Chianti Classico 2022 si presenta sotto ottimi auspici: per quel che riguarda l’andamento stagionale, non si sono avute gelate primaverili, quando il rischio di danni sui nuovi germogli della vite è molto alto, né particolari eventi di grandine. In tarda primavera è iniziato il caldo, che è stato costante per tutta l’estate, ma senza picchi eccessivi: le viti si sono quindi potute adattare da subito alle alte temperature. La siccità dei mesi estivi non ha inciso sullo sviluppo dei grappoli: le piogge primaverili hanno permesso alle viti di attingere a buone riserve di acqua e nutrienti minerali durante i mesi più siccitosi. Inoltre, le temperature, pur rimanendo alte durante il giorno, si sono abbassate negli orari notturni, con un’escursione termica che ha permesso al Sangiovese il regolare sviluppo fenolico. A metà agosto si sono verificati fenomeni di pioggia anche prolungati, garantendo così temperature più miti e un’ulteriore riserva idrica di grande importanza per il raggiungimento ottimale della maturazione delle uve. Infine, lo stato sanitario dei grappoli portati in cantina è stato molto buono: il caldo prolungato e l’umidità modesta, già dalle prime ore della giornata, hanno facilitato la gestione della difesa sanitaria, tenendo molto bassi i rischi di malattie. La vendemmia del Sangiovese è iniziata in leggero anticipo, verso il 10 settembre e si è chiusa, come di consueto, dopo circa un mese. Dai primi assaggi, i vini Chianti Classico 2022 si presentano in generale molto equilibrati, con una forza acida non eccessiva, tannini dolci e maturi.
L’andamento stagionale dell’annata 2021 è stato abbastanza regolare. Le piogge del periodo primaverile hanno permesso un buon sviluppo vegetativo e fornito una riserva idrica importante per affrontare i mesi estivi più siccitosi. L’unico fenomeno che si è potuto rilevare, nel periodo primaverile, è la leggera difformità nei tempi di crescita dei germogli, dovuta ad alcuni giorni dopo Pasqua che hanno fatto registrare temperature sotto la media stagionale, fermando momentaneamente lo sviluppo vegetativo nelle aree più fredde del Chianti Classico. A livello sanitario, non c’è stata alcuna pressione da parte di malattie fungine (oidio e peronospera). L’estate è stata asciutta con solo qualche sporadica pioggia nel mese di agosto, ma le riserve idriche accumulate nel periodo primaverile hanno permesso di evitare lo stress della pianta; per quanto riguarda le temperature, l’andamento dei mesi estivi è stato abbastanza regolare senza eccessive ondate di calore. Inoltre, a partire dalla fine del mese di agosto le temperature, pur rimanendo abbastanza alte durante il giorno, si sono abbassate notevolmente negli orari notturni. Questa importante escursione termica ha, in generale, consentito un ottimale completamento della maturazione delle uve. I tempi della vendemmia 2021 sono stati in linea con quelli delle ultime annate, con l’inizio della raccolta delle uve di Sangiovese intorno al 20 di settembre. Le uve portate in cantina erano sane e di elevata qualità; presupposti, questi, per un’altra ottima annata di Chianti Classico, un vino che si prefigura già di buona struttura, con tannini fini e maturi e un interessante profilo aromatico.
Nel 2020 il territorio del Gallo Nero non ha, per sua fortuna, sperimentato eventi climatici estremi come purtroppo si sono verificati in altre regioni d’Italia. A una primavera abbastanza fresca è seguita un’estate calda e lunga ma con buone escursioni termiche fra il giorno e la notte (le temperature minime sono state sempre contenute sia a luglio che ad agosto) consentendo il completamento ottimale del processo di maturazione delle uve. Da evidenziare anche l’assenza di stress idrico grazie alle piogge di giugno e di settembre. Tutti questi sono i presupposti per un’altra ottima annata di Chianti Classico, di grande struttura e di grande equilibrio. Per quanto riguarda le quantità prodotte, si prevede una flessione di almeno il 10% rispetto alla produzione 2019, una riduzione naturale principalmente legata al freddo notturno dei primi giorni di aprile che ha avuto un impatto sulla fase di germogliamento della vite.
Con il 2019 possiamo affermare di essere tornati a un’annata classica nel territorio del Gallo Nero. L’inverno e l’inizio di primavera, relativamente miti e asciutti, hanno permesso un germogliamento regolare. Le piogge nella seconda parte della primavera hanno invece facilitato la creazione di importanti riserve idriche, che sono state utili ad affrontare un’estate calda, ma regolare e caratterizzata da ridotte precipitazioni. Il clima fresco ed umido durante il mese di maggio ed i primissimi giorni di giugno ha lievemente ritardato il ciclo vegetativo della vite rispetto agli ultimi anni, con un cadenzarsi dei tempi che ricorda le grandi annate degli anni ’80. Ad un’estate calda ma regolare senza particolari picchi di calore o abbondanti precipitazioni è seguito un settembre caratterizzato da bel tempo e grandi escursioni termiche, fra giorno e notte, che hanno permesso la perfetta maturazione fenolica delle uve e il generale innalzamento del profilo aromatico. La vendemmia del Sangiovese è iniziata, a seconda delle diverse zone, verso il 20 settembre e si è conclusa nella seconda decade di ottobre. Le uve al momento dell’arrivo in cantina si presentavano perfettamente sane e di grande qualità. Anche se è ancora presto per valutazioni conclusive, i vini atti a divenire Chianti Classico 2019 si prospettano freschi ed equilibrati grazie ad un buon rapporto fra forza acida e tannini, con una giusta concentrazione e un ottimo profilo aromatico. Il tenore alcolico è leggermente inferiore rispetto alla media degli ultimi anni, una caratteristica che incontra la tendenza del mercato.
L’annata 2018 nel territorio del Chianti Classico ha avuto un andamento climatico discontinuo con mutevoli situazioni meteorologiche che si sono alternate durante tutto il periodo che interessa il ciclo vegetativo del vigneto. Al contrario dell’annata precedente, durante la quale per tutta la primavera e l’estate abbiamo avuto un lunghissimo periodo di siccità e temperature molto elevate, nel 2018 la caratteristica principale è stata proprio la mancanza di continuità della stagione asciutta e soleggiata. Dopo un inverno tutto sommato abbastanza freddo, specialmente nell’ultimo periodo, durante il quale si sono registrate delle nevicate e delle giornate con temperature molto rigide, anche di alcuni gradi sotto lo zero, si è registrata una primavera all’insegna della variabilità. E’ stato un continuo susseguirsi di giornate soleggiate alternate a periodi più o meno brevi di piogge, frequentemente anche intense. Tale situazione si è protratta per tutta la primavera e per buona parte dell’estate. L’elevato e costante tasso di umidità unito al fatto che in certi periodi le piogge si sono manifestate quotidianamente hanno creato molto lavoro nella gestione fitosanitaria del vigneto. Anche durante i mesi estivi la situazione non si è troppo regolarizzata perché fino ai primi giorni di settembre si sono verificati alcuni temporali che hanno provocato un innalzamento del tasso di umidità mantenendo le temperature su valori abbastanza freschi rispetto alle medie stagionali del nostro territorio, con un conseguente allungamento del processo di maturazione delle uve. Per gli agronomi non è stato semplice mantenere in equilibrio le piante che hanno continuato a vegetare fino ad agosto inoltrato. Fortunatamente la situazione si è regolarizzata nel mese di settembre: con una vera e propria inversione di tendenza, si sono susseguite giornate soleggiate, calde, ma con una buona escursione termica fra giorno e notte, che ha consentito il completamento del processo di maturazione delle uve e un tranquillo svolgimento delle operazioni di raccolta. La vendemmia delle uve di Sangiovese è iniziata, a seconda delle diverse zone, verso il 20 di settembre e si è conclusa nella seconda decade di ottobre.
I risultati quantitativi sono stati superiori al 2017 ma ancora di poco inferiori rispetto alla media delle ultime annate. I motivi sono da ricondursi soprattutto allo stress che ancora molti vigneti hanno manifestato in conseguenza della carenza idrica e delle gelate primaverili dell’anno precedente. Dal punto di vista qualitativo l’annata per coloro che sono riusciti a vendemmiare abbastanza tardi è stata senza dubbio molto buona. I vini che ormai quasi ovunque hanno completato la fermentazione malolattica risultano molto interessanti. Nella maggior parte dei casi sono prodotti equilibrati, con una buona forza acida abbinata a tannini molto dolci e ben maturi, di ottima struttura ed altrettanta sapidità.
I vini atti a divenire Chianti Classico 2018 sono in generale prodotti con una giusta concentrazione, con un buon profilo aromatico, freschi, molto piacevoli che sicuramente saranno molto apprezzati in diverse fette di mercato. Una buona parte della produzione 2018 presenta caratteristiche chimiche ed organolettiche idonee anche per un periodo di medio-lungo invecchiamento.
Dopo la nomina, nel 2020, del Doktor Jens Priewe ad ambasciatore ad honorem del Chianti Classico in Germania, la trentesima edizione della Chianti Classico Collection vede nuovamente la nomination di due ambasciatori di lingua tedesca: si tratta di Christian Eder della rivista Vinum per la Svizzera e Othmar Kiem di Fastaff per l’Austria. La scelta del mercato svizzero per Eder (che fra l’altro è nato a Salisburgo in Austria) e di quello austriaco per Kiem (altoatesino), come paesi di riferimento, è legata alla nascita e alla storia delle due riviste per cui i due giornalisti sono autori. Ma è chiaro a tutti che la loro esperienza di giornalisti di settore e di grandi conoscitori del Chianti Classico ha una valenza molto più ampia, che oltrepassa i confini dei due paesi in questione, ed è ben nota a tutti gli operatori ed enoappassionati di lingua tedesca e non solo: Eder e Kiem sono infatti due firme di caratura internazionale nel mondo della critica enologica. Svizzera e Austria sono due mercati storici per il Chianti Classico che insieme assorbono annualmente oltre il 4% delle vendite di Gallo Nero. Mentre il mercato svizzero è un mercato consolidato che mantiene di anno in anno un volume di vendite di Chianti Classico pressoché stabile (rappresenta oltre il 3% del totale delle vendite di Chianti Classico),l’Austria è un mercato più piccolo (oggi rappresenta circa l’1%). E’ da sottolineare tuttavia che nel 2022 il numero di bottiglie di Gallo Nero che hanno trovato sbocco in Austria ha registrato un aumento consistente, del 20% circa. Il segnale di crescita ha quindi convinto il Consorzio Vino Chianti Classico, che ha deciso, dopo alcuni anni di assenza dal mercato con attività promozionali dedicate, di ritornare a Vienna quest’anno con un evento di degustazione con la partecipazione diretta dei produttori (17 aprile al Ritz Carlton). La manifestazione sarà coordinata proprio dal neoeletto ambasciatore ad honorem, Othmar Kiem. In Svizzera, il Consorzio continuerà anche nel 2023 i suoi investimenti promozionali che hanno visto, lo scorso anno, la realizzazione del Chianti Classico Wine Dinner Tour, un’iniziativa rivolta al consumatore finale della Svizzera tedesca. Si è trattato di 10 cene dedicate al Chianti Classico, con la presenza diretta dei produttori, che si sono svolte nel corso di due sessioni, una primaverile e una autunnale, in ristoranti di alto livello selezionati in 7 città: Zurigo, Basilea, Lucerna, Berna, Interlaken, Zug e San Gallo. Ritornando a parlare dei nostri due ambasciatori, Christian Eder ha scoperto il Chianti Classico negli anni '80, come tanti, visitando personalmente il territorio e rimanendone entusiasta: una passione che ha espresso poi in numerosi scritti e articoli sul mondo del Gallo Nero. Ricorda in particolare il suo primo articolo sul Chianti Classico, dedicato all’importante progetto di ricerca scientifica che ha dato lustro alla denominazione e supportato la sua crescita qualitativa, il Progetto Chianti Classico 2000. Da 23 anni Eder è redattore di Vinum, responsabile per l’Italia e pubblica degustazioni, articoli e speciali come – negli ultimi otto anni – la guida annuale Top of Toskana. Il giornalista, in cooperazione con Vinum e il Consorzio Chianti Classico ha anche guidato, nel corso degli anni, numerosi masterclass sulla denominazione del Gallo Nero in Svizzera e in Germania. Le prime recensioni di Othmar Kiem di vini Chianti Classico risalgono al lontano 1998, quando inizia la sua collaborazione con la rivista Falstaff. Ma, alla domanda di “qual è il suo primo ricordo del Chianti Classico”, Othmar risponde ironicamente: “Oddio! Il fiasco … che era così bello – romantico – come portacandele…”. Kiem, per oltre venti anniha approfondito il suo interesse e la sua conoscenza del Chianti Classico, e nel corso della sua carriera professionale ha scritto numerosi articoli sui vini e sul territorio del Gallo Nero, condotto seminari e organizzato eventi per la valorizzazione della denominazione. Occorre sottolineare che il riconoscimento oggi consegnato alla Leopolda si inserisce in un progetto più ampio, denominato “Chianti Classico Ambassador”. Si tratta di un’attività finalizzata alla creazione di una rete di Ambasciatori del Gallo Nero nei suoi principali mercati, lanciata dal Consorzio in Canada nel 2017 e ripetuta nel 2018 negli Stati Uniti, nel 2021 in Germania e nel 2022 in Inghilterra. In questo caso i candidati, non “ad honorem”, hanno dovuto dimostrare attraverso un vero e proprio concorso la loro conoscenza della denominazione.
Presentato al Maggio Musicale Fiorentino il cortometraggio La Leggenda del Gallo Nero
Non è usuale che un Consorzio del mondo del vino si trasformi occasionalmente in produttore cinematografico. Eppure, tutti gli ingredienti per una produzione di livello erano proprio nel nostro territorio: paesaggi degni di una scenografia da Oscar, una trama affascinante e ricca di suspence, maestranze locali capaci di riassumere tutto su pellicola. Oggi, al Maggio Musicale Fiorentino si terrà la prima assoluta del cortometraggio “La Leggenda del Gallo Nero”, prodotto dal Consorzio Vino Chianti Classico, che narra, per la prima volta sul grande schermo, il mito che avvolge l’origine del marchio che contraddistingue tutte le bottiglie di vino Chianti Classico. Grazie a una produzione attenta e di alto livello, a cura dell’agenzia Swolly, che ha coinvolto più di 60 maestranze prevalentemente chiantigiane, è stato realizzato un cortometraggio di circa 15 minuti, che nelle tinte scure rievoca perfettamente l’atmosfera medioevale in cui è ambientata la leggenda. Il racconto infatti si snoda nel corso di una notte, in un non meglio precisato anno di epoca medioevale, in cui si decisero le sorti dei Comuni di Firenze e di Siena, piagati da una guerra sanguinosa per la supremazia sulle ricche terre del Chianti Classico, crocevia fondamentale tra le due città. Le cronache dell’epoca attestano ampiamente gli scontri, numerosi e continui, durante il Medioevo tra i due Comuni, floridi e potenti, ma si tramanda anche una leggenda, vero e proprio mito fondativo della cultura chiantigiana. Anziché perseverare nella guerra, le due città si accordarono per fissare il confine dove si sarebbero incontrati due cavalieri, che dovevano muoversi dalle rispettive città al canto del gallo. I Fiorentini, con un astuto espediente, tennero a digiuno l’animale designato a cantare all’alba, un gallo nero, e fecero sì che il gallo levasse il suo caratteristico verso nel cuore della notte, dando il via al cavaliere fiorentino con largo anticipo. Fu così che da vero deus ex machina un gallo nero riportò la pace e l’unione in quelle terre martoriate. La leggenda incarna in modo quasi fiabesco la sintesi tra la durezza della contesa per quelle terre e l’aspirazione alla pacificazione e all’unione che sarebbe seguita alla fine del conflitto. Ed è questo che il breve film La Leggenda ha voluto catturare e restituire al pubblico, traducendosi in un racconto filmico di ampio respiro, non vincolato dai tempi sempre più ristretti della comunicazione odierna affidata ai social media, ma dando il giusto tempo allo svilupparsi dell’azione e delle emozioni. Sono infatti tratteggiati psicologicamente i personaggi, non più bidimensionali miniature medioevali, ma persone a tutto tondo, tese nell’impegno di porre fine a una guerra sanguinosa, la cui drammaticità irrompe fin dai primi secondi della proiezione. A contribuire alla portata emozionale, complice una sapiente fotografia, le colline del Chianti Classico e le due location degli accampamenti, il Castello di Brolio e il Castello di Gabbiano, avvolti nella luce delle fiaccole, a rappresentare le capitali orgogliose del territorio tra di esse compreso, oggi unito dalla denominazione Chianti Classico, dove si produce il vino ancora oggi conosciuto come Gallo Nero. Il cortometraggio sarà proiettato alla Stazione Leopolda nell’ambito della Chianti Classico Collection, un’anteprima nell’anteprima, per i visitatori del 14 febbraio, in una sala appositamente allestita per la proiezione dalle 10 alle 15 e dalle 16:30 alle 20. Swolly Studio. I registi sono Daniele Palmi e Matteo De Nicolò, di Swolly Studio (swolly.it), un team creativo specializzato in spot pubblicitari e visual design, con esperienza nella comunicazione del vino e del food. Lo stile comunicativo di Swolly punta ad essere fuori dagli schemi cercando di unire in ogni progetto: estetica, genialità e divertimento. Daniele Palmi (regista) e Francesco Corsi (designer), entrambi nati tra le colline chiantigiane, hanno ideato quasi 10 anni fa questa factory di professionisti specializzati in video, brand identity, graphic design, e digital marketing.
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