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Comi, "Centro Dino Ferrari": "Il Centro ha creato le basi per le generazioni di giovani neurologi e ricercatori"

Giacomo Comi, Direttore del "Centro Dino Ferrari": "Le principali aree tematiche neurologiche non sono solo ricerca, ma storie di pazienti e delle loro famiglie seguiti per anni". L'intervista a Il Giornale d'Italia

04 Novembre 2022

Comi, Centro Dino Ferrari: "Il Centro ha creato le basi per le generazioni di giovani neurologi e ricercatori"

Il “Centro Dino Ferrari” dell’Università degli Studi di Milano, il cui Direttore Scientifico è il Prof. Giacomo Comi, è oggi un’istituzione d’eccellenza nel campo scientifico a livello mondiale, si avvale di uno Staff di oltre 90 medici e ricercatori e coopera con più di 100 qualificati Centri Internazionali di Ricerca in Neuroscienze nel mondo. Oltre alla sede storica  all’Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, vi sono due gemmazioni Universitarie, l’U.O. Neurologia – Laboratorio di Neuroscienze, I.R.C.C.S. Istituto Auxologico Italiano di Milano (con uno staff di 45 medici e ricercatori) e l’I.R.C.C.S. Istituto E. Medea di Bosisio Parini (con uno staff di 22 medici e ricercatori). 

Il Prof. Giacomo Comi ha spiegato a Il Giornale d'Italia quali sono i punti fondamentali del manifesto del "Centro Dino Ferrari" e le ricerche di aree tematiche neurologiche portate avanti. Basi solide, passione, ricerca come energia, risultati senza confini, connubio tra ricerca e cura, solidarietà umana e sguardo al futuro.  Questi i punti cardine del manifesto del "Centro Dino Ferrari". Come si traduce tutto questo nel concreto?

Le basi del "Centro Dino Ferrari" derivano da una esperienza che inizia oltre 30 anni fa, creando generazioni successive di giovani neurologi e ricercatori che hanno dedicato e dedicano una parte importante della loro vita allo studio delle cause delle malattie neurologiche. Molti di essi dirigono attualmente importanti strutture cliniche o di ricerca negli USA, e in diversi paesi europei. Questa lunga durata è di per sé stessa un aspetto importante: ha consentito di essere in sintonia le varie fasi recenti della medicina e delle neuroscienze: le prime applicazioni della risonanza magnetica, la biochimica , le colture cellulari (prima dell’avvento delle cellule staminali), le basi molecolari delle malattie, lo genetica, lo studio di modelli sperimentali, la sfida a studiare le terapie innovative della medicina e infine l’uso clinico di farmaci che concorrono a  modificare la storia naturale della sclerosi multipla, della malattia di Parkinson, dell’Atrofia Muscolare Spinale e della Distrofia Muscolare di Duchenne.

Quali sono le aree di ricerca nelle quali il Centro si impegna maggiormente?

Il "Centro Dino Ferrari" è articolato in gruppi di lavoro e laboratori focalizzati sulle principali aree tematiche neurologiche: le malattie neuromuscolari dal neonato fino alla terza età, le malattie demielinizzanti del sistema nervoso, le principali malattie neurodegenerative, quali le demenze primarie, la malattia di Parkinson e la SLA, e le malattie cerebrovascolari. In questi laboratori trovano spazio anche progetti dedicati a malattie molto rare e in genere sconosciute alla audience generale, quali le neuropatie da mitofusina 2 e la SMARD1 o le diverse forme ignote prima della loro identificazione nei nostri laboratori, come la atassia recessiva con neuropatia da neurofascina. Per noi, queste aree non sono solo ricerca, storie di pazienti e spesso delle loro famiglie seguiti clinicamente e nel tempo per anni.

Il "Centro Dino Ferrari" è fatto innanzitutto di persone, storie, conoscenze. Può raccontarci un aneddoto significativo?

Ricorderei il Prof. Gugliemo Scarlato, che è stato il fondatore del Centro, insieme all’Ingegnere Enzo Ferrari e la loro spinta a misurarci con la scena internazionale: quando il Prof. Scarlato è mancato, tutti i suoi allievi avevano una solida esperienza ed ovviamente conoscenze nei migliori ospedali statunitensi ed europei. L’altro aspetto importante è stata l’aggregazione e la crescita di associazioni di grandi o piccole dimensioni. Importantissime che hanno saputo creare con i nostri malati. 

“Centro Dino Ferrari”: pubblicati oltre 120 lavori su riviste di settore nel 2021

Nel corso del 2021 i ricercatori del “Centro Dino Ferrari” hanno pubblicato oltre 120 lavori su prestigiose riviste di settore ad elevato Impact Factor, quali Lancet Neurology, Neuron, Brain, Annals of Neurology, Nature Communication, Science Tranlational Medicine e molte altre. Grazie a questo importante risultato, il Centro ha significativamente contribuito a collocare la Fondazione IRCCS Ca’ Granda - Ospedale Maggiore Policlinico al secondo posto in tutta Italia per produzione scientifica.

Sia il Centro, costituito nel 1981, sia l’Associazione “Centro Dino Ferrari” che lo supporta, fondata nel 1984, hanno sede presso la Fondazione I.R.C.C.S. Ca’ Granda - Ospedale Maggiore Policlinico di Milano e sono stati fortemente voluti dall’Ing. Enzo Ferrari, in memoria del figlio Dino. L’Associazione, Ente Morale riconosciuto con D.P.R. 21 novembre 1984, nr. 1035, svolge la sua attività da 40 anni senza fini di lucro e si occupa di raccogliere fondi al fine di favorire e sostenere la ricerca scientifica condotta dal “Centro Dino Ferrari” per la cura, la diagnosi e la terapia delle malattie Neuromuscolari (Distrofie Muscolari, Atrofia Muscolare Spinale con Distress Respiratorio), Neurodegenerative (Alzheimer, Sclerosi Laterale Amiotrofica, Sclerosi Multipla, Parkinson), Cerebrovascolari (Ictus, Emorragie Cerebrali) e di altre malattie neurologiche gravemente invalidanti che colpiscono dalla prima infanzia all’età adulta.

Del Consiglio Direttivo dell’Associazione, fanno parte Piero Ferrari Presidente Onorario, Marialuisa Trussardi Presidente, Alberto Rusconi Past President, Angelo Moratti, Manuela Consensi Dini Vice Presidenti. Il Comitato d’Onore, anch’esso presieduto da Piero Ferrari, annovera tra i suoi componenti Paolo Fresco, Matteo Marzotto, Diamante Marzotto, Fedele Confalonieri, Marta Brivio Sforza, Sergio Dompé, Michele Canepa e Bruno Dallapiccola. È parte dell’Associazione un Comitato Scientifico composto da Neurologi fra i più autorevoli al mondo.

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