31 Marzo 2022
Mario Draghi (fonte foto Lapresse)
Il presidente del Consiglio Mario Draghi sentirà al telefono il Cancelliere tedesco Olaf Scholz, un colloquio "di emergenza" dopo l'aut aut imposto da Vladimir Putin sul pagamento delle forniture di gas in rubli. L'appuntamento tra i due leader europei è fissato alle 21, come riferisce in una nota Palazzo Chigi. Una conversazione diventata necessaria dopo che il presidente della federazione russa ha firmato oggi il decreto con cui, a partire da domani, i paesi definiti "ostili" da Mosca (lista di cui fa parte anche l'Italia), dovranno pagare il gas in valuta russa, quindi in rubli, anziché in euro o dollari, le valute previste dai contratti. Intanto fonti di palazzo Chigi fanno sapere che manca ancora un'interpretazione univoca della decisione unilaterale della Russia.
La Commissione europea starebbe ancora valutando i vari aspetti del provvedimento voluto da Putin. Un provvedimento che arriva all'improvviso, visto che solo ieri la deadline richiesta in un primo momento dal Cremlino sembrava dovesse slittare. "Il processo richiede più tempo dal punto di vista tecnologico", le parole con cui il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov aveva cercato di spiegare i motivi del rinvio. Secondo lo stretto collabotatore di Putin, la Banca Centrale russa aveva ancora bisogno di tempo per mettere a punto il meccanismo necessario al cambio di valuta.
Adesso, invece, è arrivata l'accelerazione. Solo qualche ora fa, il presidente del Consiglio Draghi aveva definito come "inaccettabile" una decisione unilaterale di questo tipo: "I contratti sono stati stipulati su euro o dollari: non è facile cambiare valuta di riferimento. È chiaro che forzare gli scambi su una moneta la può rendere più forte negli scambi commerciali mondiali", le parole pronunciate in conferenza stampa davanti ai giornalisti della stampa estera.
Subito dopo la prova di forza di Mosca, sono arrivate le reazioni dure da parte dei ministri dell'Economia di altri due Paesi europei, Francia e Germania. Il tedesco Robert Habeck è stato netto: "I contratti devono essere rispettati", parole riprese dall'omologo francese Bruno Le Maire: "Non accetteremo in alcun modo di pagare il gas in altre divise rispetto a quelle sancite dai contratti".
Anche Scholz ha cercato di rassicurare le imprese dopo gli ultimi sviluppi: "Potranno pagare, vorranno pagare e pagheranno in euro". Ieri, invece, dopo un colloquio con lo stesso presidente russo, il cancelliere aveva dichiarato: "Abbiamo guardato i contratti, c’è scritto che si paga in euro. E ho chiarito nella telefonata che rimarrà così". Ora proprio Draghi e Scholz, i due protagonisti degli ultimi colloqui telefonici con Putin, dovranno studiare una strategia comune per rispondere a questo cambio di passo, che arriva come un fulmine a ciel sereno.
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