14 Maggio 2021
Debito pubblico da record nel mese di marzo. Banca d’Italia ha, infatti, segnalato un incremento di 6,9 miliardi rispetto a febbraio, che ha portato l’indebitamento complessivo della nostra amministrazione pubblica a quota 2.650,9 miliardi.
Nonostante l’incremento la buona notizia è che, rispetto proprio a febbraio, l’aumento di indebitamento è di molto inferiore: alla fine del mese scorso, infatti, era stato di quasi 37 miliardi, se paragonato a gennaio.
L'aumento nel mese di marzo, per Banca d’Italia, è dovuto principalmente al fabbisogno (25,3 miliardi), che ha più che compensato la riduzione delle disponibilità liquide del Tesoro (18,3 miliardi, a 84,6 miliardi). L'effetto complessivo di scarti e premi all'emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all'inflazione e della variazione dei tassi di cambio ha ridotto il debito per 0,1 miliardi.
In aumento le entrate tributarie: a marzo quelle contabilizzate nel bilancio dello Stato, sono state pari a 30,1 miliardi, in aumento del 9,8 per cento (2,7 miliardi) rispetto allo stesso mese del 2020, che era stato influenzato, tra l'altro, dagli slittamenti d'imposta disposti dal DL "Cura Italia". Nel primo trimestre dell'anno le entrate tributarie sono state pari a 96,0 miliardi, in aumento dell'1,1 per cento (1,0 miliardi) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Il debito pubblico è il debito contratto da uno Stato per far fronte al proprio fabbisogno. I titolari del debito pubblico, ossia i creditori dello Stato in questione, sono tutti quei soggetti che hanno finanziato lo Stato in qualche modo. Grazie al debito pubblico ogni Stato finanzia la propria crescita economica, i servizi che offre ai cittadini, gli investimenti: per questo motivo una corretta gestione del debito pubblico è fra i più importanti compiti di ogni governo.
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