23 Dicembre 2025
Ordigni attentato Sydney Fonte: X @michelle_selaty
Emergono nuovi dettagli sull’attentato a Sydney del 14 dicembre scorso. Secondo la polizia, Naveed e Sajid Akram avrebbero lanciato contro la folla a Bondi Beach ordigni esplosivi artigianali, descritti come a forma di palla da tennis. Tuttavia, pur essendo considerati funzionanti dagli investigatori, gli ordigni non sono detonati durante l’attacco.
Nuovi particolari sull’attentato terroristico del 14 dicembre scorso a Sydney emergono da una dichiarazione preliminare della polizia, resa pubblica da un tribunale locale e visionata dall’emittente pubblica Abc. Secondo quanto riportato, gli autori dell’attacco alla popolare spiaggia di Bondi Beach avrebbero lanciato diversi ordigni esplosivi improvvisati che, tuttavia, non sono esplosi durante l’azione.
L’attentato ha provocato la morte di 16 persone, tra cui uno degli assalitori. Gli imputati sono Naveed Akram, 24 anni, e il padre Sajid Akram, 50 anni, quest’ultimo ucciso dalla polizia durante l’intervento. L’accusa sostiene che i due avrebbero lanciato quattro ordigni esplosivi improvvisati (Ied) contro la folla riunita per celebrare una festività ebraica.
La polizia ha chiarito che, pur non essendo esplosi, gli ordigni erano considerati "funzionanti" e ha riferito di aver rinvenuto un quinto esplosivo nel bagagliaio dell’auto utilizzata dagli attentatori. La dichiarazione, inizialmente coperta da segreto giudiziario e resa pubblica solo oggi, ricostruisce che padre e figlio avrebbero parcheggiato il veicolo su Campbell Parade, a Bondi, intorno alle 18.50 ora locale del giorno dell’attacco, esponendo bandiere dello Stato Islamico sul parabrezza anteriore e posteriore.
L’ideologia jihadista era già stata indicata dal primo ministro Anthony Albanese come matrice dell’attentato. Secondo la ricostruzione degli investigatori, dal veicolo sarebbero state prelevate tre armi da fuoco, 3 bombe artigianali e un ordigno descritto come "a forma di pallina da tennis", prima che i due si dirigessero verso la folla.
Il documento fa inoltre riferimento all’esistenza di video in cui padre e figlio "sembrano giustificare l'attacco" e svolgere esercitazioni con armi da fuoco in un’area rurale, presumibilmente nel Nuovo Galles del Sud. Altri filmati li ritrarrebbero armati davanti a una bandiera dell’Isis, rafforzando ulteriormente il quadro accusatorio e la pista dell’estremismo jihadista.
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia