28 Novembre 2025
Sei parlamentari del Partito Democratico sono stati bloccati per diverse ore nel villaggio di Hizma, in Cisgiordania occupata, a causa di violenti raid israeliani contro i centri palestinesi. Solo l'intervento della Farnesina ha permesso il loro trasferimento in un luogo protetto, ma questa ha ricordato come recarsi in quei territori sia oggi troppo rischioso.
La missione del Partito Democratico in Cisgiordania si è trasformata in un momento di forte tensione quando il gruppo parlamentare guidato da Laura Boldrini è rimasto bloccato nei pressi del villaggio di Hizma, a causa di violenti scontri tra esercito israeliano e civili palestinesi. L’onorevole Boldrini ha raccontato che, mentre la delegazione stava cambiando pulmino, l’Idf ha lanciato bombe stordenti contro le auto in fila al checkpoint, costringendo l’autista a una manovra d’emergenza per mettersi in salvo.
La delegazione ha trovato riparo presso una famiglia palestinese che li ha ospitati per circa due ore, fino a quando la situazione non è tornata relativamente tranquilla. I parlamentari hanno informato il consolato italiano, ma – sottolinea Boldrini – sono ripartiti autonomamente con il proprio mezzo per raggiungere Gerusalemme. Una versione che smentisce apertamente il comunicato della Farnesina, secondo cui l’ambasciata italiana avrebbe attivato Shin Bet e Cogat per mettere in sicurezza i parlamentari, poi prelevati con due blindati del consolato. La Farnesina, però, ha più volte rilasciato diversi comunicati nei quali si indicava che era fortemente sconsigliato recarsi a Gerusalemme e in Cisgiordania.
L’episodio si inserisce in un quadro di violenze drammaticamente intensificate nel nord della Cisgiordania, dove negli ultimi due giorni l’esercito israeliano ha effettuato raid e assedi in diverse città, da Tubas a Jenin. Proprio ieri, due uomini palestinesi sono stati uccisi dai soldati israeliani mentre si stavano apparentemente arrendendo, rilanciando accuse di esecuzioni extragiudiziali. La delegazione Pd, in visita da lunedì nei territori occupati, denuncia una situazione “insostenibile”, fatta di continui attacchi dei coloni, demolizioni, arresti arbitrari e oltre mille checkpoint che paralizzano la vita quotidiana dei palestinesi.
La missione ha raccolto testimonianze di violenze sistematiche: dal tassista di Gerico picchiato dai coloni, all’ex detenuto Mohamed Awajne, che racconta condizioni disumane nel carcere di Ofer. Tutti elementi che, secondo Boldrini, confermano l’esistenza di una “pulizia etnica in corso” e di un’azione coordinata tra coloni e autorità israeliane per spingere i palestinesi ad abbandonare le proprie terre.
Al ritorno in Italia, la delegazione terrà una conferenza stampa per chiedere sanzioni contro il governo israeliano e il boicottaggio delle aziende italiane che collaborano con l’occupazione, denunciando il “doppio standard europeo” nelle risposte a violazioni dei diritti umani.
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