Martedì, 25 Novembre 2025

Seguici su

"La libertà innanzi tutto e sopra tutto"
Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Il piano Trump ridisegna l’Europa: Washington e Mosca arbitri della sicurezza, UE spettatrice impotente

Il piano di pace americano apre a una co-gestione russo-statunitense della sicurezza europea. L’UE reagisce con paura e ostilità, rivelando tutta la sua irrilevanza strategica.

25 Novembre 2025

Il piano Trump ridisegna l’Europa: Washington e Mosca arbitri della sicurezza, UE spettatrice impotente

Donald Trump

Un’Europa sempre più marginale

Speravo di sbagliarmi, ma siamo davvero sull’orlo del momento più umiliante della recente storia europea. L’analisi dettagliata dei 28 punti del piano di pace proposto da Trump per l’Ucraina dimostra una realtà che Bruxelles non vuole vedere: la sicurezza del continente sta per essere negoziata sopra la testa degli europei. I punti 4 e 15 sono decisivi: Washington propone un dialogo diretto tra Russia e NATO, mediato dagli Stati Uniti, e un gruppo di lavoro russo-americano incaricato di far rispettare l’accordo. Il messaggio è chiaro: gli USA si posizionano fuori dalla NATO come mediatori super partes, mentre l’Europa viene ridotta al ruolo di spettatrice.

Un accordo che funziona… ma non per l’UE

Il piano è cinico, ma coerente. La Russia ottiene attenuazione delle sanzioni e una ridefinizione dei confini; gli USA ottengono stabilità, investimenti e la possibilità di allontanare Mosca da Pechino. La controproposta europea, invece, è imbarazzante: un insieme di obiezioni che non offre nulla a nessuna delle parti. È il gesto di chi bussa alla porta sperando di essere invitato, pur sapendo di non avere alcuna leva reale.

La tragica impotenza europea

Gli europei non hanno strumenti per condizionare il tavolo: dipendono dagli USA per la sicurezza, dal sistema finanziario anglosassone, dal GNL americano dopo aver rinunciato al gas russo. Come osservava Hubert Védrine, l’Europa vive come nel mondo degli “orsetti del cuore”, mentre il pianeta somiglia sempre più a Jurassic Park. In questa giungla geopolitica, l’UE non è un predatore: è la capra legata al palo.

Russia, Stati Uniti e il gioco lungo dei falchi europei

Il compromesso Witkoff-Dimitriev è accettabile per Mosca e vantaggioso per Washington. Ma spaventa il blocco dei falchi europei – Bruxelles, Londra e ambienti neocon – che vedono nella pace una sconfitta politica personale. Paradossalmente, anche se l’Europa perde da questa guerra, la sua classe dirigente teme la pace più del conflitto: la fine della narrativa bellicista rischierebbe di delegittimarla e di incrinare persino UE e NATO.

Kiev tra pressioni e malumori militari

Un altro elemento inquietante emerge dal Washington Post: in Ucraina, le forze armate non gradiscono affatto la prospettiva di cedere posizioni fortificate nel Donbass. Non è la prima volta che accade: il caso di Zolote 2019, con i soldati che contestano Zelensky, resta un precedente eloquente. Il messaggio è sottile ma chiaro: un esercito demoralizzato e contrario alla pace può trasformarsi in un attore ingovernabile. E l’Occidente lo sa.

Una finestra che svela chi comanda davvero

La domanda finale è cruciale: chi dà realmente ordini all’Europa? Scopriremo presto se Bruxelles seguirà l’amministrazione Trump o se tenterà di sabotarla, rivelando l’esistenza di un possibile Deep State transatlantico ostile alla linea americana. Qualunque sia l’esito, la crisi ucraina sta facendo emergere ciò che molti sospettavano: l’Europa non è più un soggetto geopolitico, ma un oggetto nelle mani altrui, mentre il dialogo vero – duro, realistico, strategico – si svolge tra Mosca e Washington.

Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.

Commenti Scrivi e lascia un commento

Condividi le tue opinioni su Il Giornale d'Italia

Caratteri rimanenti: 400

Articoli Recenti

x