25 Novembre 2025
Una violenta ondata di maltempo abbattutasi nelle ultime ore sulla Cisgiordania ha provocato il crollo di una sezione del Muro di Separazione israeliano nell’area di Hebron, come confermato dal ministero della Difesa di Tel Aviv. La giornalista e storica Paola Caridi, tra le maggiori studiose della questione palestinese, ha commentato il crollo come un simbolo potente:
“Crolla il Muro della Vergogna che divide palestinesi da palestinesi, città da campi, contadini dai loro uliveti".
Le autorità israeliane hanno parlato di un “potenziale rischio di sicurezza”, mentre fonti interne alla polizia accusano l’esercito di negligenza nella manutenzione del sistema di drenaggio, definito “abbandonato da anni”. Il Muro di Separazione, lungo circa 700 km, costruito da Israele interamente su terra palestinese, è stato dichiarato illegale dalla Corte Internazionale di Giustizia più di vent’anni fa. Nessuno, però, ha imposto l’abbattimento di quello che i palestinesi chiamano da sempre al-jidar al-’unsuri, il muro dell’apartheid. In questi decenni la barriera ha distrutto l'unità nazionale del popolo palestinese dividendo città da villaggi e villaggi da terre coltivabili. Questa barriera si pone violentemente tra migliaia di palestinesi e loro terre, favorendo l’occupazione militare illegale e l’espansione degli insediamenti coloniali israeliani - veri e propri avamposti dell’accaparramento sistematico delle terre palestinesi.
Come ricorda Caridi, nessun governo israeliano – né laburista né di destra – ha mai smesso di sostenere i coloni, che agiscono “sempre, sempre, sempre appoggiati dallo Stato di Israele”. La giornalista si esprime, in seguito, con parole profonde: "Coltelli conficcati da Israele, potenza occupante. Bastano un’alluvione e la natura si ribella. C’è una giustizia naturale. Quelle lastre di cemento sono ferite nella terra di Palestina".
Le immagini del muro piegato dall’alluvione sono diventate virali. “Evviva la natura che si ribella”, ha scritto Caridi commentando il video.
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