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Israele, vicesindaco di Beersheba: “Dovevamo uccidere 100-150mila palestinesi al giorno”, poi la minaccia: ”colpiamo a vista chi attraversa recinzioni” - VIDEO

Durante un'intervista televisiva su Channel 14 (canale pro Netanyahu), Shimon Tubul ha incitato allo sterminio di massa asserendo che l'esercito israeliano avrebbe dovuto uccidere 100-150mila palestinesi al giorno. Ha inoltre minacciato di colpire a vista chi attraversa recinzioni

25 Novembre 2025

Le dichiarazioni di Shimon Tubul, vicesindaco di Beersheba (Bi'r as-Saba') e volto fisso del canale israeliano Channel 14 (canale pro Netanyahu), hanno scosso ancora una volta l’opinione pubblica internazionale. In diretta TV, l’esponente politico ha affermato che qualsiasi palestinese in Cisgiordania che tenti di attraversare una recinzione o quello che lui definisce ingiustamente confine dovrebbe essere colpito a vista

Israele, vicesindaco di Beersheba: “Dovevamo uccidere 100-150mila palestinesi al giorno”, poi la minaccia: ”colpiamo a vista chi attraversa recinzioni” - VIDEO

Secondo il vicesindaco sionista, dopo il 7 ottobre 2023 Israele avrebbe avuto “un’occasione d’oro per cancellare la storia chiamata Gaza” e le forze israeliane “avrebbero dovuto entrare e ucciderne dai 100.000 ai 150.000 al giorno”. Dichiarazioni che, ancora una volta, alimentano accuse internazionali di pratiche basate su pulizia etnica e un disegno genocidario nei confronti dei palestinesi.

Le parole di Tubul arrivano mentre sul terreno continuano episodi gravissimi. Negli ultimi giorni giovani non armati sono stati colpiti mentre cercavano di superare le barriere e i checkpoint imposti da Israele nei territori militarmente occupati. Tra le vittime più recenti emerge il caso di Adel Qazzaz, di Dura, nell’area di Hebron: secondo testimonianze locali, il giovane non sarebbe stato fucilato sul posto ma arrestato e poi torturato dalle forze israeliane fino alla morte. Prima del fermo, Qazzaz stava tentando di attraversare la Linea Verde per raggiungere il luogo di lavoro. I resoconti riferiscono che sarebbe stato “brutalmente picchiato” dai soldati, in un quadro di violenze che gli attivisti palestinesi definiscono parte di una strategia di intimidazione contro la popolazione civile.

Le frasi del vicesindaco di Beersheba sono ritenute particolarmente gravi perché si inseriscono in un quadro più ampio legato all'occupazione militare illegale della Cisgiordania, all'accaparramento sistematico di terre tramite insediamenti e demolizioni, all'uso della forza contro civili - anche quando disarmati - creando così una catastrofe umanitaria programmata.

Nonostante la dichiarazione di cessate il fuoco del 10 ottobre, secondo organizzazioni palestinesi Israele ha compiuto oltre 280 violazioni, provocando 312 morti e almeno 760 feriti. Dati che confermano come la tregua resti in larga parte solo formale, mentre sul terreno continua la prosecuzione del genocidio a Gaza con bombardamenti, incursioni e arresti, suprusi, furti e vandalismo.

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