10 Novembre 2025
Zelensky e Zaluzhny, fonte: imagoeconomica
La procura tedesca ha confermato che dietro al sabotaggio al gasdotto Nord Stream 1 e 2 c'è l'ex capo delle forze armate Valery Zaluzhny. Come riporta il Wall Street Journal, i procuratori hanno sviluppato "un quadro chiaro di come un'unità militare ucraina d'élite abbia portato a termine gli attacchi sotto la guida diretta del generale Valery Zaluzhny". La procura conferma una ricostruzione che si sa già e che aveva già dato. L'obiettivo dei sabotatori era quello di ridurre le entrate petrolifere della Russia e i suoi legami economici con la Germania.
Fu l'ex capo delle forze armate ucraine e oggi ambasciatore di Kiev a Londra ad ordinare l'attentato al gasdotto Nord Stream 1 e 2. Lo conferma la procura tedesca, che ribadisce anche come fu un commando di sette persone ad agire, tramite l'uso dello yacht Andromeda, partito dal porto di Rostock in Germania e arrivato fino al Mar Baltico, dove sono stati piazzati gli esplosivi per far esplodere tre delle quattro condotte dei gasdotti.
Il quotidiano Usa riporta che l'inchiesta della polizia tedesca si è solidificata sulla pista Zaluznhny "tracciando un quadro chiaro di come un'unità militare ucraina d'élite abbia portato a termine gli attacchi sotto la guida diretta del generale". A guidare il commando sarebbe stato Serhii Kuznietsov, arrestato lo scorso agosto in Italia, in provincia di Rimini. Il 49enne ex militare ucraino ha anche cominciato lo sciopero della fame perché sarebbero stati violati "i suoi diritti".
Nel sabotaggio sarebbe coinvolto anche Roman Chervinsky, colonnello delle forze speciali, che però nel luglio 2022 fu arrestato dalle stesse autorità ucraine per "abuso di potere", accusato di aver avviato operazioni segrete senza permesso, anche se rimane difficile credere che lo stesso Zelensky non fosse al corrente dell'operazione che ha danneggiato una delle più importanti infrastrutture europee.
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