10 Novembre 2025
Belem, 10 nov. (askanews) - I 50.000 partecipanti alla Conferenza Onu sul clima al via in Brasile avranno due settimane per portare a termine un compito gravoso: evitare il totale collasso della cooperazione globale sul clima.
Si parte male, in quanto a unità. I grandi assenti sono i tre Paesi più inquinanti al mondo: per la Cina, prima per emissione di gas serra, solo funzionari di grado inferiore, non ci sarà Xi Jinping; gli Stati Uniti, al secondo posto, sono assenti per la prima volta nella storia; l'India manderà solo ministri.
Per chi c'è sarà un duro lavoro nell'aria pesante di Belem, in piena foresta amazzonica, scelta dal presidente brasiliano Lula nonostante le difficoltà logistiche proprio per calare negoziatori e leader in uno luoghi al mondo dove l'incuria dell'uomo ha creato conseguenze reali.
Sono tante le domande a cui dare una risposta: come evitare un scontro tra i paesi ricchi e quelli in via di sviluppo - toccati in modo diverso dal cambiamento climatico e con mezzi diversi per combatterlo -, come finanziare i fondi per aiutare i gli Stati colpiti da cicloni e siccità, sempre di più. E soprattutto come ridurre finalmente le emissioni globali di gas serra, dopo l'ammissione del segretario generale delle Nazioni Unite Guterres sul fallimento del contenimento dell'aumento di temperature a 1,5 gradi, fra gli obiettivi del vertice di Parigi, 10 anni fa.
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