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Incontro Trump-Orbán alla Casa Bianca, tolte a Ungheria sanzioni su acquisto petrolio e gas russi, in cambio l’acquisto di armi Usa per $700mln

Orbán, inoltre, vorrebbe convincere il presidente Usa a visitare l’Ungheria prima delle elezioni di aprile, in modo tale da ricevere l'appoggio di Trump

08 Novembre 2025

Incontro Trump-Orbán alla Casa Bianca, tolte a Ungheria sanzioni su acquisto petrolio e gas russi, in cambio l’acquisto di armi Usa per $700mln

Trump-Orbán Fonte: X @visegrad24

Alla Casa Bianca, il vertice tra Donald Trump e Viktor Orbán si è trasformato in un accordo politico ed economico dal peso internazionale. Mentre Budapest ottiene l’esenzione dalle sanzioni americane su petrolio e gas russi, Washington incassa un maxi contratto per la vendita di armi da 700 milioni di dollari. Un’intesa che segna la svolta nei rapporti tra i due Paesi e che conferma la strategia del dealmaker Trump: concedere qualcosa, ma guadagnare molto di più.

Incontro Trump-Orbán alla Casa Bianca, tolte a Ungheria sanzioni su acquisto petrolio e gas russi, in cambio l’acquisto di armi Usa per $700mln

Il faccia a faccia tra Donald Trump e Viktor Orbán alla Casa Bianca segna “l’apertura di un nuovo capitolo” nei rapporti tra Stati Uniti e Ungheria. Un incontro dal peso geopolitico enorme, durante il quale il leader ungherese ha ottenuto – secondo quanto riportato da Bloomberg – un’esenzione a tempo indeterminato dalle sanzioni americane su petrolio e gas russi. Una decisione che premia la linea morbida di Budapest verso Mosca e che rompe, almeno in parte, il fronte compatto occidentale costruito attorno alle restrizioni energetiche contro il Cremlino.

"È molto difficile per Orbán ottenere petrolio e gas da altre aree. Come sapete, non hanno il vantaggio di avere il mare", ha detto Trump, giustificando così la mossa. Ma il vero colpo da maestro del tycoon newyorkese è altrove: poche ore dopo l’incontro, il Dipartimento di Stato ha annunciato che l’Ungheria ha manifestato l’intenzione di acquistare materiale bellico per un valore di 700 milioni di dollari tramite il sistema statunitense di vendite militari all’estero.

Una perfetta operazione di dealmaking in pieno stile Trump: concedere qualcosa di simbolico per ottenere in cambio un vantaggio economico concreto e immediato. La Casa Bianca allenta la pressione su Budapest, e in cambio le aziende americane del settore difesa incassano una commessa miliardaria. Un affare da manuale, dove il presidente Usa si muove da abile negoziatore, chiudendo un accordo che, politicamente ed economicamente, avvantaggia soprattutto lui.

Prima dell’inizio ufficiale dell’incontro, a Trump è stato chiesto se un possibile meeting con Vladimir Putin fosse ancora nei suoi piani. “C'è sempre una possibilità”, ha risposto, aggiungendo poi: “Se ci fosse, vorrei che fosse a Budapest”. Parole che confermano la sua volontà di mantenere aperti i canali con Mosca, in una visione che si allontana dalle tradizionali rigidità della diplomazia americana.

Orbán, dal canto suo, ha parlato di una nuova “età dell’oro” nei rapporti con Washington, accusando l’ex presidente Joe Biden di “aver distrutto” le relazioni costruite negli anni precedenti. Trump ha ricambiato le cortesie con toni elogiativi: “L’Europa ha fatto gravi errori sull’immigrazione. La stanno inondando. Se andate in alcuni Paesi, ora sono irriconoscibili a causa di ciò che hanno fatto. L’Ungheria invece ha fatto bene”, ha detto, definendo Orbán “un grande leader rispettato da tutti”.

Nonostante il premier ungherese abbia precisato di “non essere venuto a Washington per chiedere a Trump di risolvergli i problemi con l’Ue”, le intenzioni di Budapest vanno oltre la questione energetica. Secondo fonti interne, Orbán vorrebbe convincere il presidente Usa a visitare l’Ungheria prima delle elezioni di aprile, in modo tale da ricevere l'appoggio di Trump. Un gesto che rafforzerebbe la sua immagine di statista e consoliderebbe il suo consenso interno, in uno scenario politico sempre più polarizzato.

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