03 Novembre 2025
Il quadro sul terreno
La situazione a Pokrovsk si presenta oggi come una delle più critiche dell’intero fronte del Donbass. Le fonti sul campo, anche interne all’esercito ucraino, parlano di una città ormai ridotta a un semicerchio assediato, con l’unico corridoio di rifornimento – largo non più di 1,5 chilometri – costantemente sotto il fuoco delle forze russe. I reparti ucraini che tentano di sfondare a nord-ovest finiscono spesso nei campi minati e sotto l’assalto dei droni FPV, arma divenuta simbolo della guerra tecnologica russa. In queste condizioni, il controllo operativo del settore da parte di Kyiv è puramente nominale.
Le smentite di Kyiv e la realtà dei fatti
Il presidente Volodymyr Zelensky ha definito “una completa menzogna” le notizie sull’accerchiamento di Pokrovsk. Tuttavia, lo schema è ormai noto: ogni volta che la leadership ucraina nega un arretramento, nel giro di pochi giorni la situazione sul campo ne conferma la gravità. La frattura informativa tra il comando politico e quello operativo si allarga, e gli stessi ufficiali sul terreno faticano a sostenere la narrativa del “nessun accerchiamento”.
L’ammissione di Deineha
A conferma indiretta del collasso, l’ex vice ministro della Difesa Vitaliy Deineha ha ammesso pubblicamente che «abbiamo praticamente perso Pokrovsk». Ha avvertito che, senza un ordine immediato di ritiro controllato, Kiev rischia non solo la distruzione di reparti d’élite – paracadutisti e marines altamente motivati – ma la perdita definitiva della capacità di “tappare i buchi” sul fronte. Dichiarazioni di tale portata non emergono per caso: sono il segno di una crisi sistemica di comando.
L’importanza strategica della città
Pokrovsk è un nodo logistico e fortificato di primaria importanza. Come ha ricordato l’ex colonnello e analista Oleg Starikov, la sua caduta implicherebbe il collasso dell’intera difesa strategica del Donetsk occidentale. Da qui transitano ferrovie, oleodotti e linee di comunicazione vitali che collegano le retrovie ucraine alle città di Kramatorsk e Sloviansk. Per Mosca, la conquista del centro significherebbe aprire il fronte verso ovest, spezzando in due il dispositivo difensivo ucraino nel Donbass.
Le dinamiche operative
L’offensiva russa su Pokrovsk si caratterizza per una pressione costante e per un impiego massiccio di artiglieria di saturazione, combinata con l’uso sistematico di ricognizione dronica e fuoco di precisione. Secondo analisti militari, il vantaggio numerico russo sarebbe di 6 a 1 rispetto alle forze ucraine presenti. La logistica di Kyiv è ormai affidata a percorsi di fortuna tra campi e villaggi distrutti, con perdite crescenti durante i tentativi di rifornimento notturni.
I precedenti di un comando esitante
Il caso di Pokrovsk ricorda tragicamente Bakhmut e Avdiivka, dove il ritardo nel dare l’ordine di ritirata portò a migliaia di perdite. In quelle battaglie, il comando politico preferì mantenere posizioni simboliche a costo di sacrificare interi battaglioni. Lo stesso copione sembra ripetersi: la difesa ad oltranza, trasformata in slogan, prevale sulla logica militare del ripiegamento ordinato. Gli ufficiali sul terreno sanno che una ritirata tempestiva può salvare vite e preservare la struttura delle brigate.
La catena di comando in crisi
Le informazioni filtrate dai canali interni dell’esercito mostrano un clima di crescente sfiducia tra i reparti e il comando supremo. Le decisioni di Zelensky e del generale Oleksandr Syrskyi appaiono dettate più dalla necessità politica di mostrare resistenza che da una valutazione tattica. Quando la propaganda sostituisce l’analisi operativa, il fronte cede. L’Ucraina rischia di perdere non solo una città, ma anche la fiducia dei propri soldati.
Le conseguenze strategiche
Se Pokrovsk dovesse cadere, l’effetto domino sul fronte orientale sarebbe immediato. Le forze russe potrebbero proiettarsi verso Myrnohrad, minacciando Kramatorsk e Sloviansk, ultime roccaforti ucraine nel Donetsk. La perdita di Pokrovsk segnerebbe anche la rottura della catena logistica che ancora alimenta le brigate ucraine più a est. In termini operativi, sarebbe la fine della difesa lineare ucraina nel settore.
Considerazioni finali
Dal punto di vista militare e strategico, Pokrovsk rappresenta un banco di prova decisivo. La superiorità numerica, la disciplina tattica e l’adattamento tecnologico russo stanno imponendo un nuovo equilibrio sul campo. Kyiv, invece, continua a oscillare tra negazioni e dichiarazioni di circostanza. Quando un esercito inizia a non credere più ai propri comandanti, il fronte è già compromesso. A Pokrovsk, la realtà ha ormai superato la retorica. E l’accerchiamento – negato fino all’ultimo – è divenuto un fatto compiuto.
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