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La Banca d'Inghilterra suona l'allarme finanziario: l'intelligenza artificiale può provocare scosse nei mercati internazionali

Il progresso tecnologico spinge l'AI verso nuovi e sorprendenti modelli, ma Londra segnala che oltre ai pericoli ambientali la posta in gioco comporta instabilità finanziaria

30 Ottobre 2025

La Banca d'Inghilterra suona l'allarme finanziario: l'intelligenza artificiale può provocare scosse nei mercati internazionali

Banca d'Inghilterra Fonte: Imagoeconomica

Il 24 ottobre la Bank of England ha acceso i riflettori finanziari sull'intelligenza artificiale. La sua analisi macroeconomica ha tracciato un quadro dettagliato delle ripercussioni globali di settore, spaziando dall'andamento dei mercati azionari ai flussi di investimento in data center e hardware di calcolo. La Banca centrale di Londra evidenzia che il rapido avanzamento dei modelli di intelligenza artificiale ha portato alcuni leader di settore ad anticipare l'arrivo, entro questo decennio, di sistemi di Intelligenza Artificiale Generale capaci di trasformare ancor più profondamente la società. I riferimenti, impliciti e non, di Bank of England sono a Dario Amodei, Sam Altman, Leopold Aschenbrenner, Jeff Dean, Demis Hassabis e Ilya Sutskever. Secondo Hassabis, Nobel 2024 per la chimica e cofondatore di DeepMind, l'arrivo di un'AI radicalmente trasformativa produrrebbe un impatto dieci volte superiore a quello della rivoluzione industriale, con una velocità forse altrettanto vertiginosa. Il dossier inglese rileva che Stati Uniti, Unione Europea e Regno Unito stanno ponendo l'AI come pilastro delle loro strategie economiche e di security, dando ulteriormente slancio al ritmo dello sviluppo tecnologico. Non solo: chi scrive rileva che le traiettorie di grande crescita nel settore riguardano anche Canada, Israele, Cina e India. La crescita annua composta del mercato canadese è stimata intorno al 31% entro il 2033; Tel Aviv si posizionerebbe intorno al 34,5% entro il 2031. Tassi di crescita annuali impressionanti sono previsti anche per Pechino e Nuova Delhi, rispettivamente del 30,6% tra il 2025 e il 2030 e del 25-35% tra il 2024 e il 2027.

L'Autorità monetaria inglese rileva un nodo critico: la prevalenza degli sforzi finanziari attuali si concentra sugli investimenti in conto capitale (CapEx). I CapEx sono spese destinate all'acquisto, sviluppo e incremento di beni materiali durevoli, che un'impresa impiega per produrre reddito nel lungo periodo. Per l'AI rappresentano il motore invisibile. Giganti come Microsoft, Amazon, Google e Meta stanno realizzando data center ad alta efficienza, alcuni dotati di sistemi di raffreddamento speciali, reti di calcolo distribuite e sistemi cloud capaci di sostenere modelli AI sempre più potenti. All'acquisto di hardware per machine learning - Graphics e Tensor Processing Unit, Application-Specific Integrated Circuit e Field-Programmable Gate Array - si affiancano progetti energetici come le centrali rinnovabili e nucleari, volti a garantire l'enorme bisogno di energia necessario a far girare i nuovi cicli progettuali. Ebbene, per Bank of England i requisiti di spesa per il futuro - fino ad ora soddisfatti da hyperscaler come Microsoft, Alphabet, Meta e Oracle - dipenderanno "dal finanziamento esterno, compreso il debito". Ciò implica che saranno i capitali privati degli investitori a entrare in scena. Per la Banca Centrale Uk i titoli azionari di settore capitalizzano attualmente quasi il 44% di Standard & Poor's 500, il più rilevante indice globale. Il rischio è che l'accesso di CapEx senza ritorni crei un boom finanziario, come quello della bolla delle Dot-com nel quadriennio 1997-2000.

Le recenti pressioni dell'Amministrazione Trump nei confronti della Federal Reserve potrebbero eroderne la credibilità agli occhi degli investitori globali. Gli effetti di questo ulteriore elemento di instabilità sono da verificare. Il rischio possibile potrebbe consistere in una rivalutazione improvvisa degli asset in dollari, con un crollo repentino dei mercati. Uno scenario che prosciugherebbe il credito per famiglie e imprese, costringendo molti investitori eccessivamente ottimisti a rivedere drasticamente le proprie aspettative sui profitti futuri nell'AI. In parallelo al dossier preparato da Bank of England, un rapporto del World Economic Forum evidenzia che l'adozione rapidissima dell'intelligenza artificiale sta aumentando le emissioni di anidride carbonica. Inoltre, l'uso dell'elettricità nei data center è destinato a raddoppiare entro il 2030. Se la crescita dell'energia pulita non terrà il passo, i combustibili fossili potrebbero colmare il divario, generando oltre 300 milioni di tonnellate di anidride carbonica all'anno. Il WEF sostiene che "il boom dell'intelligenza artificiale è un'opportunità unica per allineare il capitale privato e le politiche pubbliche". Servirebbe un allineamento tra un privato che porta mercato e velocità, e un pubblico che governa, fissa gli standard e doma i rischi ambientali. 

Di Roberto Valtolina

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