08 Ottobre 2025
Hamas Gaza Fonte: Al Jazeera
"Ci sono progressi nei negoziati a Sharm El-Sheikh. C'è ottimismo, ma molta cautela". Così ha dichiarato l'ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu alla vigilia del terzo giorno di negoziati con Hamas in Egitto, a Sharm El-Sheikh.
Con oggi, 8 ottobre, si apre il terzo round di trattative di negoziazione tra Israele ed Hamas per le "condizioni" per una pace duratura in Medio Oriente. Secondo quanto riferito da fonti informate sui dettagli dei negoziati in corso, il rilascio degli ostaggi potrebbe avvenire già "all'inizio della prossima settimana" e "la firma avverrà entro il weekend, se non ci saranno sorprese". I negoziati, dunque, non dovrebbero protrarsi per più di una settimana e tutto dovrebbe concludersi, nelle più rosee aspettative mostrate anche dal Presidente Usa Trump che a più riprese ha incalzato perché l'iter sia rapido, entro domenica. Sempre che, avverte un funzionario vicino al leader israeliano, "Hamas non aggiunga ostacoli in qualsiasi momento e se ne vada". Intanto ieri in Egitto sono arrivati l'inviato speciale Usa Steve Witkoff e il genero del tycoon Jared Kushner che "non si fermeranno per più di due o tre giorni". Sono ore decisive dopo che Hamas, a quanto emerso, avrebbe accettato "di consegnare le armi ad un comitato egiziano-palestinese", ponendo però sul tavolo alcune richieste, tra cui: il rifiuto di Tony Blair a governatore, il ritiro delle truppe Idf dai quartieri residenziali di Gaza e la fine dei bombardamenti. Non solo: i miliziani vorrebbero anche che tra i detenuti nelle carceri israeliani vengano inclusi 6 prigionieri condannati all'ergastolo.
I bombardamenti sulla Striscia però, nonostante l'apertura di Hamas ai negoziati e le pressioni dello stesso Trump, non accennano a fermarsi. Secondo quanto dichiarato dall'ufficio stampa governativo di Gaza infatti, da sabato mattina, 4 ottobre, le forze Idf hanno sferrato 230 attacchi aerei, alzando il numero dei morti con oltre 120 vittime: "L'occupazione israeliana continua la sua brutale aggressione contro il nostro popolo palestinese nella Striscia di Gaza, ignorando gli appelli per un cessate il fuoco del presidente degli Stati Uniti Donald Trump e la risposta positiva offerta alla proposta". Per Netanyahu la risposta resta radicale: "Continueremo ad agire per conseguire tutti gli obiettivi della guerra" tra cui, aggiunge, "l'eliminazione del dominio di Hamas e la garanzia che Gaza non rappresenti più una minaccia".
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