07 Ottobre 2025
Si è concluso ieri, 6 ottobre, il primo giorno di round negoziali tra Hamas, Israele e i mediatori in Egitto, a Sharm El-Sheikh. Giorno conclusosi, secondo quanto riferito da media vicini all'intelligence del Cairo, "in un clima positivo".
È il bilancio provvisorio fatto trapelare da Al-Qahera News, ma presto confermato anche dal Presidente Usa Donald Trump che in conferenza stampa coi giornalisti nello Studio Ovale si è detto ottimista sui progressi delle trattative. "Abbiamo ottime possibilità di raggiungere un accordo, e sarà un accordo duraturo. Avremo la pace. Questo va oltre Gaza. Gaza è una questione importante, ma questa è davvero la pace in Medio Oriente. Hamas sta acconsentendo a cose molto importanti" ha fatto sapere il tycoon commentando i negoziati in corso, da cui in queste ore trapela molto poco. Oggi, 7 ottobre, anniversario dell'inizio dell'escalation di Israele contro Gaza, si aprirà il secondo round negoziale. A quanto emerge, Israele e Hamas dovrebbero avviare colloqui indiretti sui dettagli di una proposta formulata dallo stesso Trump per quanto riguarda lo scambio di prigionieri ed un cessate il fuoco a lungo termine. Netanyahu, tornato a parlare della guerra, ha mostrato uguale ottimismo, chiarendo però le condizioni: "Siamo vicini alla fine della guerra, ma non ci siamo ancora". "Ciò che è iniziato a Gaza finirà a Gaza, col rilascio di tutti i nostri e la fine del regime terroristico di Hamas" ha comunicato il leader israeliano in un'intervista rilasciata alla vigilia dell'eccidio del 7 ottobre di due anni fa. Sulla distruzione totale di Hamas? "Ci arriveremo. Anche Hezbollah, la Siria e gli Houthi hanno subìto duri colpi. Israele è (...) il paese più forte della regione, ma abbiamo ancora delle cose da fare per completare la vittoria".
Ieri i colloqui diplomatici sono iniziati poco prima delle 17 ora italiana. Colloqui, mediati da diplomatici egiziani e qatarini, che puntano a chiarire alcuni dettagli importanti dell'accordo di pace proposto da Trump al fine far convergere le parti. Al centro del tavolo delle disputa resta la consegna degli ostaggi e la cessione di armi da parte dei miliziani.
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