06 Ottobre 2025
Sono iniziati poco prima delle 17, ora italiana, a Sharm el Sheikh, i colloqui indiretti tra le delegazioni di Israele e Hamas sul piano per Gaza presentato dal presidente americano Donald Trump. Secondo fonti locali, le discussioni, mediate da Egitto e Qatar, puntano a stabilire un quadro preliminare di regole e garanzie per la prosecuzione dei negoziati. Sul tavolo anche il delicato tema del rilascio degli ostaggi israeliani e dello scambio dei corpi dei caduti. Da fonti arabe trapela inoltre l’ipotesi di una consegna delle armi da parte di Hamas a un organismo congiunto egiziano-palestinese, posto sotto supervisione internazionale. Hamas poi chiede il ritiro dell'Idf dai centri abitati il rilascio dei detenuti palestinesi in base all'anzianità e all'età, garanzie che includeranno un calendario per un ritiro completo
I negoziati indiretti tra il governo israeliano e una delegazione di Hamas – programmati per iniziare oggi pomeriggio – si concentreranno su "una serie di passi preliminari". Lo riporta la versione online del quotidiano Al-Araby Al-Jadeed, citando fonti informate sulle trattative in Egitto. Secondo le fonti, i passaggi preliminari "includeranno l'elaborazione di regole e principi generali che governeranno le negoziazioni nelle loro diverse fasi, nonché la definizione delle garanzie generali", che, secondo una delle fonti, rappresentano finora una questione "irrisolta".
In particolare – suggeriscono le stesse fonti – "Hamas insiste su una garanzia chiara per l'attuazione di quanto verrà concordato, enfatizzando la necessità di meccanismi vincolanti per evitare ritardi o deviazioni, come accaduto in precedenti round di trattative fallite nel 2024". Una fonte egiziana a conoscenza della mediazione, riporta il quotidiano vicino alle autorità qatarine, ha svelato che "persiste un ostacolo non ancora risolto, legato alle modalità di rilascio degli ostaggi israeliani vivi e le salme dei defunti, che riguarda specificamente i dettagli operativi: come garantire la sicurezza del trasferimento durante il cessate il fuoco iniziale, la verifica dell'identità delle salme attraverso intermediari neutrali come la Croce Rossa, e l'ordine sequenziale dello scambio, ad esempio dando priorità ai vivi rispetto ai defunti".
Hamas avrebbe ribadito che senza un accordo su questi aspetti, non procederà oltre la fase preliminare, temendo che Israele possa sfruttare il processo per "ritardare il ritiro o mantenere posizioni militari chiave a Gaza".
Secondo Al Qahera News, legata all’intelligence egiziana, le delegazioni "stanno discutendo la preparazione delle condizioni di base per il rilascio di detenuti e prigionieri", in linea con la proposta Trump. "I mediatori egiziani e qatarioti stanno lavorando con entrambe le parti per stabilire un meccanismo" per lo scambio, ha spiegato ancora l’emittente.
Nel frattempo, secondo quanto riportato da Al Arabiya, Hamas sarebbe pronta a consegnare le proprie armi a un organismo egiziano-palestinese sotto supervisione internazionale, come gesto preliminare per favorire il percorso negoziale. Una mossa che, se confermata, rappresenterebbe un passaggio senza precedenti nel quadro del conflitto israelo-palestinese e un potenziale punto di svolta nella gestione della sicurezza nella Striscia di Gaza.
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