07 Ottobre 2025
Friedrich Merz, fonte: imagoeconomica
"Sono a favore di un anno civile obbligatorio in Germania": è questa la nuova proposta avanzata dal cancelliere tedesco Friedrich Merz durante un talk show, la sera di domenica 5 ottobre. Un nuovo tentativo di allinearsi al fronte guerrafondaio europeo, trovando la soluzione più efficace per il rapido reclutamento di soldati promessi alla Nato.
Dopo le accuse pesanti lanciate contro Putin sull'inizio di un'improbabile "guerra ibrida" russa contro Germania ed Europa visti gli sviluppi seguiti all'incursione, nei cieli dell'Unione, di presunti droni nemici, Merz conferma la sua posizione offensiva rilanciando l'idea della leva obbligatoria. Un tema che però esce da questioni meramente tecniche e che vede l'"impoverimento" della Bundeswehr come parte della politica nazionale. Una proposta che non giunge a caso, ma alla vigilia della riforma della leva che il ministro della Difesa Boris Pistorius è in procinto di presentare e su cui Merz ha sollevato qualche dubbio. Il quadro, per il Cdu - di cui Merz è leader - e il Csu (i due partiti democristiani di centro-destra che costituiscono la cosiddetta "Unione") è chiaro: per raggiungere l'obiettivo dei 260mila soldati promessi alla Nato e aumentare così l'esercito di altre 80mila unità, la leva volontaria non è più sufficiente. È necessario ripensare all'obbligatorietà, che però i socialdemocratici osteggiano, insistendo che la leva resti volontaria. Anche perché le richieste di Merz provocherebbero una modifica della Costituzione con i due terzi del Bundestag (Parlamento): ovvero, la maggioranza composta tra cristianodemocratici e socialisti dovrebbe trovare l'appoggio dei Verdi o della Linke di sinistra.
"Io sono a favore di quanto abbiamo concordato nel contratto di coalizione - ha dichiarato Merz -, e cioè che ci sia temporaneamente una leva su base volontaria. Ma suppongo che non potrà restare così. Sono a favore di un anno civile obbligatorio in Germania". Affermazioni che segnano uno strappo coi socialdemocratici, secondo i quali la risposta al "problema" dell'esercito è un'altra: che il governo cioè punti su incentivi volti ad attrarre, eventualmente, più volontari. In Germania la coscrizione obbligatoria è stata sospesa nel 2011, una decisione che se da un lato ha permesso di aumentare i livelli di professionalità e specializzazione, dall'altro ha inevitabilmente impoverito il personale mobilitabile. E ora che la presunta "minaccia" russa è alle porte, Merz spinge per garantire il rafforzamento della "difesa" tedesca e rimpolpare le fila di una Bundeswehr a corto di personale.
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia