03 Ottobre 2025
Hamas prende tempo e continua le consultazioni interne sul piano di pace presentato dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump e sostenuto dal premier israeliano Benyamin Netanyahu. Dalla Striscia di Gaza emerge in queste ore l’appello alla speranza lanciato da padre Gabriel Romanelli, missionario argentino, che chiede di non lasciar cadere questa occasione. Ma il movimento islamista, al centro della trattativa, non ha ancora fornito una risposta definitiva.
Secondo quanto riferito da un funzionario anonimo, "Hamas sta ancora proseguendo le consultazioni sul piano di Trump... e ha informato i mediatori che le consultazioni sono in corso e richiedono tempo". Una posizione attendista che si scontra con la tempistica imposta dalla Casa Bianca. Lo stesso Trump, infatti, ha concesso a Hamas soltanto "tre o quattro giorni" per accettare l’accordo, considerato da Washington lo strumento per mettere fine alla guerra nei territori palestinesi.
Sul piano diplomatico, dunque, si registra una situazione di stallo, con la comunità internazionale che osserva con attenzione l’evolversi delle trattative. Da Gaza, però, arriva la voce della Chiesa locale. Padre Romanelli, che guida la parrocchia latina, insiste sulla necessità di una svolta e invita a non disperdere l’occasione. "La gente comune ovviamente vuole, noi tutti vogliamo, che questa guerra finisca" ha detto il sacerdote, ricordando le parole del Patriarca di Gerusalemme, il cardinale Pierbattista Pizzaballa. "La fine di questa guerra, purtroppo, non significherà la fine del conflitto o l'estinzione di tutto l'odio che ha prodotto e continua a produrre questa situazione che dura da molto tempo. Ma è assolutamente necessaria".
Il missionario argentino ha poi condiviso, attraverso i suoi canali social, il clima di paura e incertezza che si respira tra la popolazione civile. "Tutti sono ansiosi, angosciati, perché alcuni dicono che i gruppi qui rifiuteranno" l’accordo, ha raccontato, aggiungendo che "tutto o parte di esso, che non lo faranno, che d'altronde, l'altra parte non accetterebbe alcun cambiamento". Parole che descrivono l’attuale senso di smarrimento in una comunità stremata da mesi di violenze.
La popolazione di Gaza resta dunque in attesa, schiacciata tra le strategie politiche di Hamas e la pressione degli Stati Uniti. "La verità è che speriamo che questa guerra finisca, e che ci sia rispetto per l'intera popolazione civile che ha già sofferto e continua a soffrire orrori", ha ribadito padre Romanelli, trasformando il suo appello in un monito che va oltre i confini della Striscia.
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